L’approfondimento di Riccardo Muni: “Verso il grande giorno”
Dopo tante chiacchiere, pronostici, accuse più o meno celate ed ipotesi di complotti arbitrali, ci si appresta ad assistere al fischio di inizio della partita più attesa e più importante di questo campionato. Allo Stadium, Juventus e Napoli incroceranno i tacchetti per capire chi, tra le due, è la squadra che veramente merita di mettere le mani su quel triangolo di stoffa con i colori della bandiera nazionale. Beninteso, dopo questa partita ce ne saranno altre tredici e, con altri trentanove punti a disposizione, tutto potrebbe ancora cambiare. Però, al di là dei numeri, è inevitabile che chi tra azzurri e bianconeri dovesse conquistare l’intera posta in palio, si ritroverebbe a veleggiare verso il grande traguardo, con il vento a favore. Non si tratta di calendari, impegni internazionali più o meno dispendiosi o condizione fisica; si tratta del fattore psicologico e, chi dovesse vincere la sfida dello Stadium, si ritroverebbe con una gran quantità di energie nervose che resetterebbero la fatica accumulata per compiere la cavalcata in vetta alla classifica. Destini simili quelli di Juve e Napoli, partite entrambe con il freno a mano tirato e capaci entrambe di scalare posizioni in classifica con strisce di vittorie da record, inanellate a suon di gol. Entrambe le squadre arrivano allo scontro diretto con il fiatone di chi ha corso tanto ma, c’è da giurarci, al fischio di inizio nessuna delle due squadre sentirà la fatica accumulata, conterà solo primeggiare. Se da un lato, gli azzurri hanno il vantaggio, seppur minimo, dei due punti in più in classifica e di poter, di conseguenza, giocare per due risultati su tre, di contro i bianconeri avranno la bolgia del proprio stadio che li spingerà verso il sorpasso in classifica, verso quell’ultima posizione da scalare, che la squadra di Allegri ha messo nel mirino. La partita delle partite, è anche la sfida a distanza tra i due bomber argentini, Higuaìn capocannoniere del torneo e Dybala. Ma non solo. Sarà anche Hamsik contro Marchisio, Reina contro Buffon, i due leader a confronto. Ma anche, anzi soprattutto, Sarri contro Allegri. Entrambi toscani, anche se il tecnico azzurro è nativo di Bagnoli, entrambi sottovalutati agli esordi, ai tempi di Sangiovannese e Aglianese, che con grande soddisfazione stanno imponendo la propria legge al campionato italiano. Naturalmente, Napoli-Juve è sud contro nord, due filosofie diametralmente opposte di vivere la vita, le emozioni e la passione verso la squadra del cuore. Nessuno tra i tifosi del Napoli, nemmeno tra i più irriducibili degli ottimisti, avrebbe potuto immaginare che la squadra del cuore si ritrovasse a lottare per il massimo traguardo. Probabilmente, gli stessi calciatori azzurri e Maurizio Sarri si sono ritrovati catapultati in una situazione di classifica che ha dell’epico. Sempre più consapevoli delle proprie potenzialità di squadra, si sono ingolositi strada facendo, complice un girone di andata piuttosto equilibrato. Una volta assunto il comando della classifica, stanno provando ad imporre il proprio ritmo, senza alcuna intenzione di mollare un solo centimetro agli avversari. Al di là dei fattori tecnici, quella del Napoli sembra la versione italica della favola del Leicester, squadra inglese allenata dall’italianissimo Claudio Ranieri, che guarda tutti dall’alto, in barba ai blasoni, al palmares ed ai fatturati. Comunque vada sarà un successo, sembra l’adagio che meglio si addice alla squadra azzurra. Tuttavia, caro Napoli, i tuoi figli ti chiedono di fare ogni sforzo umano e non, per continuare a far sognare. Perché il calcio è da sempre l’unica via di rivalsa del sud, di cui Napoli è l’emblema, nei confronti di quel nord che ha usato l’unità d’Italia per imporre con forza e prepotenza una superiorità che non ha ragione di esistere, perchè non c’è!
Perché, per quanto banale ed effimero possa essere, primeggiare in Italia grazie al pallone, sarebbe la risposta a tutti quei cori beceri, quegli striscioni razzisti che, in dispregio della civiltà e del vivere comune, rappresentano il modo barbaro del nord per dissociarsi dal sud. Persino un parlamentare, leader di quel partito che farnetica di secessione padana, fa bella mostra di sè (…si fa per dire poiché di bello non ha proprio niente, nè nel cuore e nemmeno nella mente…) canticchiando un motivetto vecchio come il cucco, in cui si dice che i napoletani, colpiti da colera e terremoto, hanno una scarsa attitudine all’uso del sapone. Quasi come se fosse giusto gioire delle disgrazie altrui ed accusare un popolo colpito da una calamità naturale. Caro Napoli, vinci per tutti o, almeno, provaci con tutto quello che hai in corpo. E nella sciagurata ipotesi in cui dovessi non farcela, non sbandare, non perdere la bussola e ritorna subito a macinare gioco, gol e vittorie. Caro Napoli, sentiti ferito dal razzismo di coloro che auspicano nel fuoco purificatore del Vesuvio, un fuoco che dovrebbe lavarci…ossia una contraddizione in termini! Caro Napoli, dopo aver ringraziato per il BENVENUTI IN ITALIA, gioca come sai, divertendo e divertendoti, con la faccia tosta che fu del D10S e che appartiene anche a te. E come il grande Diego, diventa nuovo don Chisciotte e regala questo grande sogno o, almeno, provaci fino in fondo…per capire e vedere con gli occhi cosa significa vincere all’ombra del Vesuvio! Per dirla con Maurizio Sarri, il pensiero deve essere uno solo: JUVENTUS.
Riccardo Muni