Lazio-Napoli, azzurri accolti dai tifosi alla Stazione Termini
L’anno scorso, ad accogliere il Napoli di Benitez, c’erano più poliziotti che tifosi. Ieri, le forze dell’ordine hanno fatto fatica a contenere l’entusiasmo degli oltre 100 supporters azzurri accorsi alla stazione Termini per la compagnia di Sarri, che stasera all’Olimpico non avrà – ufficialmente – tifosi al seguito.
ALTA VELOCITA’. Arrivo col Frecciarossa delle 19.07, cori da stadio, entusiasmo coinvolgente. I primi ad uscire sono Callejon e Insigne, gli ultimi Higuain e Reina. Sorridenti, forsesorpresi dall’accoglienza, perché partono frasi di incitamento. Come quella per David Lopez, che dovrà sostituire Allan. «Mi raccomando, serve una grande partita».
EMIGRANTI. Claudio da Caserta vive da 15 anni a Roma, è un militare: «Sarò allo stadio, nei Distinti. La Lazio non fa paura: vinceremo 2-0 con gol di Higuain e Hamsik». Antonio invece è un ingegnere napoletano: «Segnano il Pipita, Callejon e Hamsik: vinciamo 3-1». Vincenzo è da 13 anni a Roma, viene da Piazza Carlo III. «Giovedì voglio andare tranquillo in ufficio: ci sono un paio di laziali che vorrei prendere in giro». Poi c’è Paolo, nato a Roma da genitori napoletani. «Per noi è una partita speciale, vogliamo convertire gli sfottò in gol». Alessandro, invece, lavora da 2 anni nel settore della telefonia: «E’ il momento di dimostrare il nostro valore».
IMBUCATI. L’ottimismo è contagioso, ma ci sono anche un paio di “infiltrati” come Giuseppe da Maddaloni (Caserta) e Cristian da Gela (Caltanissetta). Entrambi juventini. «Ma abbiamo visto il pullman del Napoli e non potevamo non fermarci. Io – dice il siciliano – sono portiere e mi farei una foto con Reina». Impresa non riuscita, perché se si fosse fermato soltanto un azzurro si sarebbe scatenata la ressa.
«GRAZIE MISTER». Stesso discorso all’arrivo della comitiva in un albergo del centro, dove fioccano i “grazie” per Sarri. Lui si emoziona, fa la faccia da timido, poi assume l’espressione da duro, perché «l’entusiasmo fa bene, l’euforia no». Parola di Maurizio.Corriere dello Sport