Sembrava alla frutta. Nei due anni di gestione Benitez si era espresso a livelli molto bassi e addirittura Raiola, che in passato lo voleva portare al Milan, disse che era alla frutta. Anche il tecnico spagnolo non fece nulla per metterlo a proprio agio. Anzi, il più delle volte lo sostituiva e in altre non lo faceva partire titolare. Oggi, invece, Marek Hamsik è tornato ai vecchi fasti. Quelli che lo videro protagonista nella squadra allenata da Mazzarri. Fu così fondamentale che entrò a far parte del gruppo dei Tre Tenori assieme a Cavani e Lavezzi. Con Reja in panchina, poi, fu il miglior cannoniere del Napoli. Poi naturalmente arrivarono i bomber veri e passò un po’ in secondo piano. Con l’arrivo di Sarri è cambiata nuovamente la storia. Da mezzala sinistra è salito in cattedra e ha ritrovato anche la via della rete. Era stato il primo a brindare all’esordio con il Sassuolo, peccato che poi ci fu la rimonta e la vittoria degli emiliani. Da quel momento, almeno in campionato, non mise più sigilli fino alla gara con l’Atalanta prima della pausa natalizia. Segnò un rigore e ne sbagliò un altro. Ma l’importante era sbloccarsi. Infatti si è ripetuto all’Epifania con il Toro e ha firmato una perla con il Frosinone. Tre reti, quindi, in tre partite. Una continuità da bomber vero che ha fatto felice soprattutto Maurizio Sarri. Il toscano, infatti, in una intervista aveva detto di voler veder sorridere il suo capitano anche dal punto realizzativo. Detto, fatto. È come se gli fosse entrato nella mente visto il rendimento dello slovacco. Anche senza segnare faceva molto bene ma è naturale che quando vedi la palla entrare in porta è tutta un’altra emozione. Ci si carica ai massimi livelli e si cerca di fare meglio. Certo è che il Napoli non poteva fare a meno di uno dei suoi campioni. Non ce ne sono tanti nel team partenopeo, ma chi sa deve riuscire a fare sempre la differenza. Altrimenti non si raggiungono gli obiettivi prefissati. Siccome il Napoli sa di poter competere per certi traguardi, deve sapere di poter puntare sui big e di conseguenza anche gli altri si aggregato. È naturale, poi, che la differenza la fa il gruppo. Anche perché da soli non si arriva da nessuna parte.
VOGLIA DI SORRIDERE. Sono tanti gli anni trascorsi in azzurro da Hamsik. Oggi è il calciatore più “vecchio” della rosa visto che veste l’azzurro dal primo giorno in serie A del Napoli targato De Laurentiis. Non ha mai voluto tradire la “patria”, solo una volta, con Mazzarri allenatore, si stava facendo convincere da Raiola per passare al Milan. Era lui il famoso mister X che tanto andava di moda a Milanello. Poi, però, arrivò in ritiro e
cambiò subito idea. Tre i trofei conquistati, due Coppe Italia e una Supercoppa Italiana. Ha giocato due volte in Champions e l’anno scorso ha sfiorato la finale di Europa League. Inutile dire che la sua massima ambizione è vincere lo scudetto. L’ha detto più volte in questo torneo, e non sono stati da meno altri compagni di squadra. Sarà anche una bestemmia parlare di tricolore, ma oggi non ci si può nascondere. Poi si può vincere o meno non importa, la cosa fondamentale è che il Napoli si senta pronto per lottare allo stesso livello della Juventus e dell’Inter. In altri anni, di questi tempi, si pensava solo alla lotta per un posto in Champions. La Vecchia Signora aveva già preso il largo. Stavolta la lotta è dura, c’è un torneo molto equilibrato anche se non si sa come andrà fino al prossimo 15 maggio. Certo è che se il Napoli continua a giocare bene e i suoi campioni come Hamsik fanno sempre la differenza le dirette concorrenti al titolo avranno il loro bel da fare per avere vita facile per altre diciannove partite. Soprattutto se Hamsik continuerà a fare la differenza. E a segnare.