Rossi: “Sarri insegna calcio e cementa il gruppo, il feeling tra lui ed i giocatori sarà fondamentale”
Pablito Rossi è convinto che il Napoli possa dire la sua per lo scudetto, perchè Sarri è stato capace di creare un “gruppo”, ed è con quello che si vince. Sulle possibilità della Nazionale di Conte,invece, non sembra altrettanto ottimista…
Già Sarri. Più o meno suo conterraneo? «Sì, è del Valdarno proprio come me che ho deciso di vivere a Poggiocennina. Presto lo inviterò nel mio agriturismo ma intanto mi accontento di sentire i racconti dei tanti che qui lo hanno conosciuto».
Certo, ora è il personaggio del momento. «Pochi giorni fa ho conosciuto un suo ex giocatore ai tempi della Sangiovannese. E non faceva che sottolineare il suo essere professore di calcio. Parla di Sarri come di uno a cui puoi chiedere qualsiasi cosa trovandolo sempre disponibile a spiegare».
Si dice che la principale capacità di Sarri sia quella di saper fare gruppo. Ma quand’è che si crea davvero il gruppo? «Quando pensare a se stessi vuol dire pensare al bene degli altri, senza egoismi. Quando le motivazioni individuali diventanolo spirito di squadra. Quando tre, quattro giocatori di carattere trascinano tutti gli altri. E non ne sentono il peso. Il gruppo è il cemento di qualunque impresa».
Come l’Italia nel 1982 in Spagna? «All’inizio non fu proprio così. Ma poi strada facendo divenimmo insuperabili proprio per questo».
Mancini e Allegri hanno però una maggiore abitudine a vincere. Può contare? «Sicuro, può avere un certo peso in una volata per il titolo avere due tecnici abituati ai duelli ad alta quota. Ma sono i giocatori quelli più importanti: chiunque, per esempio, alla guida del Chelsea adesso farebbe fatica. Ma Sarri saprà compensare questa mancanza con il feeling che ha creato nello spogliatoio».
La Juventus è in rimonta? «Darla per spacciata è stato il più grosso errore di valutazione commesso da molti commentatori a inizio campionato. Ha un attacco spaziale e una difesa molto ben rodata. E guai a pensare che la Roma sia fuori dai giochi per il titolo».
Balotelli sparito dai radar, Pellé in Inghilterra, Gabbiadini, Immobile e Zaza sempre in panchina. Che fine hanno fatto i bomber italiani? «Abbiamo messo il dito nella piaga, è una tragedia per Conte e per tutti noi pensando al prossimo Europeo: difficile poter essere protagonista nella Nazionale se non lo sei nella tua squadra di club. C’è troppo poco in giro».
Tratto da Il Mattino