ESCLUSIVA – E. Di Marzio: “Napoli-Roma deve tornare ad essere il match del gemellaggio. Il San Paolo? Entro il 2015 deve risolversi il contenzioso tra le parti”

All'interno le parole del portavoce di Vincenzo De Luca

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Dopo la sconfitta di Bologna, l’ambiente azzurro ha voglia di rifarsi e in attesa del Legia Varsavia ci si proietta al derby del sole Napoli-Roma, gara molto sentita tra le due tifoserie. Ilnapolionline.com ha intervistato il portavoce del Governatore della Campania Vincenzo De Luca sul momento degli azzurri e anche sulla vicenda del San Paolo.

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Parlando del San Paolo, secondo te quando potrà esserci la parola fine sulla vicenda dell’impianto di Fuorigrotta? “Questa situazione la Regione Campania non c’entra molto, perché le parti in questione sono il Comune e il calcio Napoli. L’auspicio di tutti è che prima che finisca il 2015 possa esserci la parola fine, andare oltre sarebbe davvero preoccupante”.

A tuo avviso cosa blocca la conclusione sullo stadio San Paolo? “Per quello che io sono riuscito a sapere è sul progetto di restyling avanzato dal club di De Laurentiis che non abbia convinto il sindaco De Magistriis e l’assessore allo Sport Ciro Borriello. Per il resto le parti in causa sono d’accordo su tutto, bisogna trovare un punto d’incontro sulla ristrutturazione e poi ci sarà la firma”.

Domenica alle ore 18,00 si giocherà al San Paolo, il derby del Sole Napoli-Roma. Hai ricordi su questa affascinante partita, in maniera particolare? “Io da ragazzo mi ricordo di partite spettacolari, ma quello che mi colpiva di più era vedere il gemellaggio tra le due tifoserie. Questo aspetto purtroppo non lo vediamo da più di dieci anni, anzi leggo parole come vendetta che obiettivamente non fa bene al calcio giocato, soprattutto dopo la morte di Ciro Esposito bisogna abbassare i toni. Io ammiro molto la signora Antonella Leardi, una donna davvero coraggiosa che veramente sta dimostrando una dignità incredibile. Il Governatore Vincenzo De Luca di cui io mi onoro di essere il suo portavoce, gli vorrà essere accanto visto che la signora ha aperto una fondazione con il nome del figlio e credo che sia il minimo essergli vicino in un momento non semplice. Ciro era nato in una zona, Scampia, dove se ne sono dette tante, ed era riuscito ad emergere con il calcio e morire per un evento sportivo è davvero triste e desolante”.

Chi deve dare la scossa per far si che tra le due tifoserie possa riesserci il definitivo gemellaggio e vedere allo stadio tanto colore e passione? “Credo che sia doveroso ritornare a quelle vigilie così splendide, ma come sempre accade in questi casi non c’è una sola parte che ha colpe specifiche ma tutti noi dobbiamo contribuire. A cominciare dalla tifoseria giallorossa che nei confronti del povero Ciro spesso non creano un clima distensivo, ma anche il resto delle componenti devono dare un segnale forte compreso domenica pomeriggio”.

Ti aspettavi di vedere il Napoli di Maurizio Sarri nelle primissimi posizioni? “Devo essere onesto, anche io ero tra gli scettici sul nuovo corso del club azzurro. Nulla da dire sulla persona Sarri, perché non lo conosco a fondo, ma temevo che dopo l’avvento di Benitez, non potevamo lottare per le primissime posizioni ed invece il mister mi ha smentito. Io credo che puntare al primo posto non deve essere un’eccezione ma la regola, un evento ovvio per una squadra che ha calciatori forti ed un tecnico preparato. Ho due timori, il primo è che bisognerà abituarsi alle alte vette della classifica, l’altro è una rosa non proprio ampia e quindi bisogna cercare di correre ai ripari a tempo debito”.

In occasione della sfida contro i giallorossi, come si preparerà Emilio Di Marzio alla gara del San Paolo? “Io non solo lo auspico ma ne sono convinto che domenica il Napoli vincerà in maniera larga contro la Roma, hanno tutto per riscattare la sconfitta di Bologna. La mia scaramanzia per ogni partita è indossare la cravatta e appenderci un cornetto rosso porta fortuna e domenica tornerò alle vecchie usanze per riconquistare i punti persi in Emilia e ridare all’ambiente la giusta serenità”.

Intervista a cura di Giuseppe Sacco

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