Approfondimento di Gabriella Calabrese: “Una sera, all’ improvviso…”
No, non è successo all’improvviso. Napoli ci ha impiegato un po’ di più, diversamente dal suo solito. Forse perchè ha smesso di credere al colpo di fulmine, forse perchè abituata agli occhi neri, alla carnagione olivastra, ai sorrisi irriverenti, ai Masaniello. Lui, l’immenso assoluto, non fece fatica a prendere in mano la situazione e a diventar capopopolo; l’altro, quello con gli stessi occhi scuri e lo stesso sorriso scugnizzo, al Maschio Angioino ha preferito la Tour Eiffel. Poi, giunse da Madrid, l’ argentino atipico, quello di poche parole, riservato, attento alla privacy, forte, fortissimo, ma che di Masaniello non aveva niente. Napoli non è stata capace di innamorarsene subito, ci è andata con i piedi di piombo, aspettava un segnale, lo voleva sentire. Lui doveva decidere di essere “Re“, Napoli doveva esplodergli dentro e lui doveva far esplodere Napoli. Ha dovuto costruirselo il feeling il Pipita, ha dovuto sudare, molto più di altri. Eppure i segnali c’erano stati…quelle lacrime contro l’Arsenal non erano proprio da tutti! Abituata ai personaggi, la città, forse, non si accorgeva della persona. Poi, non un giorno, ma una sera, all’improvviso, dopo l’ennesima prova sontuosa e l’ennesima doppietta, lui si ferma sotto la curva e canta. La sua voce risuona nello stadio, non va più via, si riempie gli occhi di ciò che vede, si emoziona, si lascia andare, si prende l’ amore, si gode un San Paolo finalmente innamorato. Innamorato di lui. Dà prova di conoscerlo il coro degli tifosi ed il suo “defiendo la sittà” entra dentro e commuove. Napoli vola, con lui e grazie a lui. Dopo di ciò, polemiche, critiche, cadute di stile… Perchè, cara Napoli, il tuo compito è quello di portare colore e folkrore, altrimenti l’operazione simpatia termina. Non puoi fare sul serio, devi tornare al tuo posto, che non è quello in cima alla classifica. Non devi festeggiare e gli arbitri devono avere buon senso. Non ammonizioni, non espulsioni in determinate partite, perchè tu, Napoli, 11 contro 11, perdi. Ci sei riuscito Napoli, una sera, all’ improvviso, hanno scoperto di avere paura. Loro ricordano cosa può succedere quando un fenomeno argentino si innamora veramente di Napoli…
a cura di Gabriella Calabrese