E’ stata la partita dei duelli. Il 4-3-3 di Mancini esprime le idee di una squadra che non demerita e che mette pressione ad una difesa che soprattutto nel secondo tempo soffre un calo fisico generale. Troppe le gare giocate dal Napoli abituato a dominare l’avversario e non soffrire ormai da molto tempo. Davanti a Reina la difesa titolare vive due gare in una. Ilprimo tempo la freschezza atletica degli azzurri le permette di stare altissima e controllare Icardi a 40 mt dalla porta. Nulla accade ed il Napoli ha anche il tempo di andare sul 2-0 con una tranquillità degna delle migliori serate. Il secondo tempo Mancini mescola le carte ed iniziano le sofferenze azzurre di un Napoli che cala, si allunga e cala alla distanza soffrendo tutti i duelli individuali. Perisic mette in difficoltà Hisaj, al centro non ci sono punti di riferimento ed i mediani dell’Inter superano le linee azzurre ed il Napoli sbaglia anche le cose più semplici. Sofferenza pura fino alla fine che mette nelle condizioni Mancini di recriminare un pareggio probabilmente meritato. Due pali più Reina salvano il Napoli. Reina è l’uomo in più. L’uomo dei tre punti. Personalità da vendere e risulta decisivo nel momento più importante. Albiol e Koulibaly finchè il Napoli sta in piedi non soffrono e dal 60 inizia la loro peggior partita. Bene Ghoulam che ha il torto di regalare la palla della sofferenza a Lajic. Un goal subito che sa di sofferenza ma fa vivere al Napoli quel tipo di partite che servono per scoprire davvero di che pasta si è fatti. La difesa regge e non molla anche quando è vittima dei suoi stessi errori e non tradisce quando il Napoli cala. Il Napoli è primo. A dispetto delle imperfezioni viste stasera.
A cura di Alessandro Tullio
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