Quando il napoletano Campilongo segnò tre gol alla Juve e fece impazzire Venezia
Quella sera, 27 ottobre 1993, allo stadio Penzo non c’era Conte. Trapattoni. tecnico della Juve, non lo aveva convocato per la partita di Coppa Italia a Venezia. La parola turnover si usava poco all’epoca ma il concetto era quello: far riposare alcuni giocatori e non schierarli nella competizione tricolore, considerata di secondo livello.
Mai il Trap e i suoi uomini avrebbero immaginato di vivere una serata da incubo. Vittoria del Venezia, squadra di serie B allenata da Giampiero Ventura, per 4-3. E a segnare tre reti (due rigori) nel match di ritorno dei sedicesimi di finale di Coppa Italia fu un napoletano, Salvatore Campilongo. «Io, napoletano di Fuorigrotta, avevo segnato tre gol alla Juventus: capirete la gioia». Due rigori contro la Juve, anche questo sorprese. E a concederli fu l’arbitro livornese Ceccarini, che pochi anni dopo – stagione 1997-1998 – sarebbe stato messo sotto accusa dall’Inter di Moratti e Simoni per il clamoroso rigore negato ai nerazzurri (fallo di Iuliano su Ronaldo) nella sfida scudetto contro la Juve a Torino.
E dire che Campilongo, che oggi ha 63 anni e fa l’allenatore (ultima esperienza in Eccellenza sulla panchina del Savoia, prima delle dimissioni nello scorso novembre), inizialmente si era trovato a disagio a Venezia.
Troppa umidità, accusava problemi fisici e pensava di cambiare squadra. Ma poi cambiò idea. E quella sera al Penzo visse una notte magica.