Perchè il Napoli può vincere lo scudetto? Il giornalista Vernazza lo spiega sulla Gazzetta
Calendario leggero, solo 14 partite
Conte guarda già oltre il pari con l’Udinese: non deve vincere a tutti i costi, come ha ribadito la cessione di Kvara. Riportare il club in Champions è la vera missione. E comunque resta in vantaggio
Perché il campionato lo vincerà il Napoli? Perché, nonostante il rallentamento di ieri sera, il pari contro l’Udinese, rimane la squadra con le migliori condizioni ambientali e di calendario. A differenza di Simone Inzaghi, Antonio Conte non è obbligato a vincere lo scudetto. Conte ha preso il Napoli in fondo a un pozzo, il decimo posto sconfortante del 2023-24, fuori dalla Champions, e l’ha riportato alla luce del sole. In questo campionato il suo Napoli è stato primo da solo per 15 giornate su 24. Conte ha la missione di restituire la Champions al club e alla città, e sotto questo aspetto è molto avanti. Può permettersi una certa leggerezza d’animo.
Niente coppe europee, poi l’eliminazione immediata dalla Coppa Italia, contro la Lazio negli ottavi. Conte non ha altro che il campionato. Quattordici partite lo separano dalla fine della sua stagione, l’ultimo weekend di maggio. Quattordici partite in tre mesi e mezzo, sette le trasferte. Uno scenario ideale. Regolarità degli allenamenti in settimana. Fatiche da viaggio ai minimi termini, nessun trasferimento extra-Italia. Minor rischio di infortuni e imprevisti. Sono vantaggi importanti rispetto all’Inter, stressata dalla Champions e ancora “dentro” la Coppa Italia. Sotto questo aspetto, Conte ha un vantaggio enorme e siamo sicuri che lo farà fruttare, perché è un maestro della gestione quotidiana.
Il calendario

Le ultime sette giornate del Napoli assomigliano a una lunga discesa verso il traguardo: Empoli, Monza, Torino, Lecce, Genoa, Parma e Cagliari. Ci saranno le condizioni per una striscia di sette vittorie su sette. Nello stesso segmento, l’Inter avrà qualche difficoltà in più, specie la Lazio alla penultima, con la squadra di Baroni che potrebbe giocarsi la qualificazione alla Champions. Ci sono anche le sette giornate precedenti, per il Napoli tutt’altro che facili specie nell’immediato: sabato la Lazio all’Olimpico e lo scontro diretto con l’Inter nel primo fine settimana di marzo, giorno e orario da stabilire. Il pubblico non gioca, però Napoli-Inter si disputerà al Maradona e il fattore campo qualcosa porterà.
L’allenatore

Conte è un formidabile aggregatore di spogliatoi, sa compattare il gruppo. Come José Mourinho, è un maestro nella costruzione del nemico, inteso come un coacervo di forze ostili e oscure. In pratica, il “noi contro tutti”, che funziona perché carica i giocatori e l’ambiente. A Napoli, per giunta, può far leva sul solito sentimento della squadra del Sud contro il potere delle grandi del Nord. La cessione di Kvaratskhelia gli ha tolto qualità, ma ha alleggerito la pressione sulla sua panchina. Se andrà male, nessuno potrà negare che l’addio a Kvara ha indebolito la squadra e la partita di ieri ne è stata la dimostrazione. Un dribbling del georgiano avrebbe forse scardinato la difesa dell’Udinese.
Il gioco
La squadra ha assimilato il contismo, inteso come spirito guerriero, e ne ha recepito i dettami calcistici. Le linee di gioco possono funzionare o meno, ma sono chiare. Il Napoli ha l’identità di Conte, che di campionati, da allenatore, ne ha vinti cinque (Inzaghi uno).
Fonte: Gazzetta