Antonio Conte e la sua sfida scudetto

Chi avrà la meglio?

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Napoli-Inter è l’incrocio di strategie psicologiche differenti. Una specie di guerra fredda già iniziata da tempo. «Lui per me resta sempre il direttore», dice ironico Conte parlando di Marotta, che invece ad Appiano Gentile è da tempo il presidente. Ma non solo. Ai lati di Napoli e Inter ci sono già le transenne. Tra meno di un mese lo scontro delle verità al Maradona, sabato o domenica 2 marzo (dipende dal calendario della Champions), può decidere la sorte del titolo. Conte ha la ruota avanti, Inzaghi si è piantato tra Milan e Fiorentina. Come reagiranno i nerazzurri alla seconda caduta stagione, dopo quella nel derby di andata? Manterranno la stessa sicurezza che avevano fino a qualche giorno fa quando erano sicuri di vincere il recupero di Firenze? Ecco, l’anatomia di una volata scudetto in 22 giorni, con gli azzurri che vengono da un filotto in corso di 7 vittorie consecutive e un pareggio, quello con la Roma e l’Inter che ha preso un punto nelle ultime due gare. Lo strappo c’è stato, ovvio non è ancora una vera fuga. Ma messo a confronto il cammino di febbraio, il Napoli può puntare all’allungo: gli azzurri domani giocano con l’Udinese, poi due trasferte con la Lazio e con il Como. L’Inter ritrova la Fiorentina, poi va in casa della Juventus e infine ospita il Genoa. E prima del duello del Maradona, ha pure il quarto di Coppa Italia con la Lazio.

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L’Inter sembra intossicata da tossine psico-atletiche, il crollo con la Fiorentina e i logoranti incroci delle prossime settimane, minacciano la tenuta di Inzaghi. Il Napoli ha messo alle spalle i mancati rinforzi e si tuffa sull’Udinese, dopo aver recuperato una pedina importante come Buongiorno. Certo è che uno dei segreti di Inzaghi è la panchina, dove è possibile pescare spesso soluzioni e gol per far sterzare un match. Cosa che al Napoli è successo una sola volta: con l’ingresso di Raspadori con il Venezia. Diciamo la verità: Antonio Conte non ha caricato i favori del pronostico sulle spalle dell’Inter solo perché è un furbacchione e perché magari punta a filarsela a fari spenti. Solo qualche settimana fa, rivendicava il diritto al grande sogno («Lo possono fare i tifosi, non noi…»), ma poi nelle parole ha sempre sterzato sull’Inter (e anche sull’Atalanta). Conte si è reso conto dell’importanza della partita con l’Udinese e ha capito, visto i 52mila spettatori attesi, che è quasi una finale. E Inzaghi deve invertire la rotta e gli tocca di dare coraggio ai suoi («Ci sono in palio 45 punti»). Conte sa anche che un eventuale nuovo stop dell’Inter, lunedì con la Fiorentina, rischia di produrre un contraccolpo pesantissimo. Antonio ha sempre dimostrato di saper sopportare le grandi tensioni, al contrario di Inzaghi che ha già sulla coscienza la volata persa con il Milan nel 2022 e la debacle nell’anno dello scudetto azzurro di Spalletti.
L’Inter, adesso, deve dimostrare di saper gestire un vero momento di crisi. Il Napoli non ne ha ancora affrontato uno, a parte quello dopo il ko di Verona, nella prima giornata. Il suo strepitoso Napoli non gliene ha ancora dato l’occasione. Che Conte sappia trasmettere carica è fuori discussione: la sua squadra, agonisticamente elettrica, vive sui nervi. Ma un tecnico, a volte, deve fare l’opposto: abbassare il voltaggio, seminare serenità. Ora capiremo se in queste tre gare che separano dall’Inter, Antonio farà turnover, magari doserà meglio gli uomini in panchina. Non domani: tutti i titolarissimi confermati, nessuno dei “colpi” di gennaio andrà in campo all’inizio. Turnover che farà, in maniera spavalda, Inzaghi dopo la figuraccia.
Puntando sullo zoccolo duro Lautaro, Thuram, Dumfries e così via. Lunedì sera cambierà molto. Riuscisse il Napoli domani sera a imporsi con l’Udinese, recapiterebbe al nemico un dispaccio sconfortante: anche se non abbiamo imbarcato energie nuove sul mercato, possiamo duellare fino alla fine per il primo posto. Per questo il match di domani è vitale: i tre punti darebbero ulteriori porzioni di autostima e aggredirebbero il duello-scudetto. Anche perché, sia pure per una notte, il Napoli andrebbe a + 6. Il calendario di Conte appare più semplice. Ma solo sulla carta.
Fonte: Il Mattino
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