Erano 4 mesi che la voce di Conte non si sentiva nello spogliatoio, il calo non gli è piaciuto

La squadra s’è rotta ma non è andata in frantumi

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Ciò che ha detto pubblicamente l’ha urlato nello spogliatoio, a caldo

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L’allarme resta. Piccolo. Destinato a rientrare magari già domenica con il Venezia: in genere il dottor Conte non fa sconti a mister Napoli. E la risposta è immediata: ha chiesto ritmo, applicazione, attenzione e intensità per 95 minuti (testuale) e l’impressione netta è che li otterrà esattamente com’era accaduto dal Bologna in poi. Sabato, però, qualcosa è sicuramente e inaspettatamente cambiato tra l’ingresso e l’uscita dagli spogliatoi: l’assenza di Buongiorno, per quanto pesantissima, non può essere un’attenuante e tutti gli indizi portano a una questione mentale, di approccio, di un inconsapevole e improvviso relax dettato probabilmente dalla grandezza del primo tempo. Il più bello in assoluto della stagione: mai così dominante, il Napoli. Mai così schiacciante e convinto. Magari troppo: un possibile eccesso di sicurezza ha generato insicurezze. Ed è finita che dal primo tiro di Pinamonti al 46’ all’ultimo di Balotelli al 91’, il Genoa ha costruito quattro grandi occasioni oltre a quella del gol. Figlia per altro di una sequela di errori: Di Lorenzo-Anguissa-Jesus.  Fonte: CdS

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