Bove, Polito: “Bisogna cambiare sistema e anche le visite mediche. Riguardo al passaporto ematico…”

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Il silenzio del “Franchi”, la concitazione, la paura. Sono stati attimi di grande apprensione quelli che hanno visto protagonista, a suo malgrado, Edoardo Bove. Fortunatamente tutto si è risolto per il meglio con il giocatore della Fiorentina classe 2002 che ora è sottoposto alle cure dei medici dell’ospedale “Carreggi” di Firenze. L’episodio accaduto in Fiorentina-Inter, però, ha aperto diversi dibattiti sulla salute degli atleti e sulla prevenzione. Sulle pagine dell’edizione odierna de “Il Mattino” è possibile leggere una lunga intervista a Davide Polito, presidente della Fondazione “Fioravante Polito” che da anni lotta per il riconoscimento del passaporto ematico per chi pratica sport non solo a livello professionistico, ma anche a livello dilettantistico. Proprio Davide Polito lunedì prossimo avrebbe consegnato a Edoardo Bove il premio “Andrea Fortunato” per la categoria miglio giovane. Ecco un estratto dell’intervista:
Eppure i controlli in Italia sono obbligatori a differenza di altri paesi dell’Europa.

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«Si è così, ma si fanno soltanto spirometria, esame delle urine e prove da sforzo su uno scalino di appena 40 centimetri. È evidente che non può bastare. Per non parlare delle visite mediche per l’idoneità calcistica che sovente si fanno sul campo sportivo o nelle palestre… Le visite mediche bisogna farle nei centri riconosciuti e autorizzati».
Si riferisce soprattutto a chi pratica sport a livello dilettantistico e alle scuole calcio?
«Certamente: anche perché quando un ragazzo si iscrive viene inserito nel database con un certificato medico valido per un anno. Da parte delle Federazioni e dei Comitati ritengo sia necessario esercitare più controlli sulle scuole calcio e sui campionati dilettantistici».
A che punto è la proposta del passaporto ematico?
«Abbiamo presentato due proposte ed un disegno di legge in parlamento negli anni scorsi e ne stiamo preparando un’altra da presentare a gennaio. Malagò, Gravina e Balata hanno già firmato da tempo l’adesione al passaporto ematico: il mondo dello sport è con noi. Adesso manca la ciliegina sulla torta da parte della politica e del ministro Abodi. Il Governo e la politica però si devono dare una mossa».
Perché tutta questa attesa secondo Lei?
«Penso che la situazione non si sia sbloccata finora per una questione economica: perché comunque ci vogliono tanti soldi. Ma noi non ci fermiamo. La nuova proposta di legge che sarà presentata da un parlamentare il mese prossimo e prevede un risparmio sia per lo stato sia per i cittadini».
In che modo?
«L’importo da pagare per ogni famiglia che ha bisogno della visita medica viene stabilito in base ai dati Isee del nucleo che lo richiede».
A livello professionistico invece le cose vanno meglio?
«Assolutamente: gli atleti sono super controllati ed anche parecchie volte all’anno. Quando poi accadono episodi come quello capitato a Bove rimaniamo basiti e senza parole. Purtroppo in alcuni casi non è possibile prevenire tutto. Ma con il passaporto ematico ritengo che si possano salvare tante vite umane».
Ha sentito la famiglia Bove?
«Non ancora. In questi giorni chiamerò la Fiorentina ed appena Edoardo starà meglio gli consegneremo personalmente il premio a cui teneva tanto».
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