A 1 Football Club, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Dario Di Gennaro, giornalista Rai: “Il cortocircuito può esserci stato anzitutto nel fatto che tutti tentano di intraprendere una carriera calcistica, ma non sempre vi si può riuscire. In altri sport, le aspettative e le soddisfazioni possono essere maggiori. L’Italia sta iniziando soltanto ora a godere dei frutti delle nuove generazioni, mentre in Paesi come Francia e Portogallo è un fenomeno presente ormai da anni. Abbiamo una squadra di atletica composta da tanti ragazzi nati in Italia da genitori stranieri. Lo sport aiuta la loro integrazione. Nel calcio, però, ciò avviene in maniera più limitata, con i tanti stranieri che arrivano nel nostro calcio. C’è da dire anche che, una volta, la Nazionale, oltre a funzionare, poteva vantare giocatori presi dalle migliori squadre del campionato. Ricordo il motto ‘siamo 60 milioni di c.t.’, tutti avremmo potuto dibattere sulle convocazioni. Ad oggi, invece, non c’è così tanta varietà di scelta. L’aspetto drammatico è questo, si vanno anche a pescare giocatori da squadre dal sesto posto in poi, con qualità sicuramente minori. Certo, a Spalletti si potrebbe chiedere perché non è stato portato in Germania un giocatore mancino da impiegare come esterno offensivo. Tuttavia, non è che abbiamo lasciato a casa un Kvaratkshelia, un giocatore determinante. I campionati stranieri, inoltre, riescono a far emigrare i propri talenti, al fine di migliorarsi. I nostri giovani, un po’ perché sono mammoni e un po’ perché anche a ventuno anni non sono ritenuti pronti, non partono per campionati esteri. Bonaventura è un giocatore polivalente, eclettico, potrebbe stare bene dappertutto. Fossi in De Laurentiis, pur essendo propenso a puntare su soluzioni diverse, proverei a pensare anche ad un giocatore come lui. Può consentire di variare le soluzioni in campo. Il primo scudetto del Napoli, non dimentichiamolo, arrivò con l’inserimento di Ciccio Romano. Era un Bonaventura dell’epoca, che aveva buone qualità ma avrebbe potuto giocare in qualsiasi altra squadra. Eppure, spostò l’ago della bilancia del centrocampo del Napoli. Dunque, perché non pensare a Bonaventura come soluzione per il Napoli? Anche l’esclusione in Nazionale è stata un po’ strana. Le convocazioni possono essere state fatte in funzione di garantire alla Nazionale un gruppo che godesse di una migliore preparazione. Fagioli? Si potrebbe pensare sia stato scelto perché non logorato da una stagione, ma Spalletti credo ci abbia creduto poco durante il percorso. È stato un Europeo poco godibile. Trend confermato anche nella finale di ieri. La differenza con il Mondiale qatariota è stata evidente. I giocatori, nel 2022, erano nel miglior momento della stagione, con uno stato di forma che, in autunno, poteva essere ottimale. Greenwood? Almeno personalmente, gli aspetti extracalcistici sono sempre molto importanti nella valutazione di un giocatore. Qualcuno potrebbe obiettarmi di Maradona, ma sull’argentino c’era solo da ammirare. Inoltre, Diego aveva fatto del male solo a sé stesso. Qui siamo di fronte ad un giocatore che non ha nulla a che fare con Maradona. La sua storia non è bella e non è passata in giudicato, rendendo la vicenda ancor meno piacevole. Se uno sbaglia e paga, allora ha sistemato i propri conti. Qui non c’è stata pena o giudizio. La fidanzata ha ritirato la denuncia, ma i fatti sono ben documentati. Da un punto di vista morale non è che mi faccia saltare di gioia. Il calciatore, dal punto di vista sportivo, potrebbe essere utile agli azzurri. Potrebbe essere impiegato come esterno o punta, portando tanti gol alla squadra. Tuttavia, ad essere sincero, non sarei troppo felice di un suo trasferimento. Buongiorno? Se parliamo nell’ottica del campionato italiano, è un grande difensore. Nel panorama europeo è uno dei tanti, con la possibilità di imporsi anche nel calcio internazionale“.