Pallone d’Oro – L’avvocato Gilles Moreu depositerà una richiesta al tribunale di Nanterre per fermare l’asta
Gli eredi bloccano la vendita all'asta
La memoria di Diego Armando Maradona non trova pace. Nemmeno ora. Nemmeno quando è stato ritrovato il pallone d’oro che era stato rubato nel 1989. No. E adesso le ripercussioni sono anche di carattere familiare. Perché dopo le chiacchiere dei giorni scorsi è arrivata anche la certezza della scelta da parte degli eredi di Diego Armando Maradona di voler fermare l’asta di uno del trofei assegnatogli per il Mondiale vinto con l’Argentina nel 1986. Si tratta di un cimelio scomparso da decenni e recentemente riemerso.Ma Gilles Moreu, avvocato dello studio Paradox Lawyers, ha annunciato che presenterà una richiesta urgente al presidente del tribunale di Nanterre, vicino a Parigi, per il ritiro del Pallone d’Oro dei Mondiali dalla vendita all’asta il mese prossimo nella capitale francese. Insomma, a questo punto il legale richiederà anche il sequestro giudiziario del trofeo e presenterà una denuncia per furto e occultamento. Un tassello in più all’interno di una vicenda giudiziaria che già aveva assunto i toni più oscuri nelle scorse settimane. La casa d’aste Aguttes, infatti, ha detto che il trofeo è riapparso nel 2016 tra gli altri lotti acquistati da una collezione privata a Parigi.
La storia
Lo avevano dato per fuso, eclissato e convertito in lingotti. Invece, dopo 35 anni, il Pallone d’oro di Diego Maradona è ricomparso. A Parigi, ritrovato in circostanze rocambolesche e finito in Francia dopo una serie di giri, successivi alla rapina nel caveau della Banca della Provincia di Napoli il 26 ottobre 1989. Per ora ne è in possesso un misterioso franco-algerino 58enne ex gioielliere che attualmente fa il gallerista e si è rivolto per la vendita proprio alla casa “Aguttes”. Maradona è morto nel 2020 all’età di 60 anni. Era il capitano dell’Argentina nella vittoria per 3-2 sulla Germania Ovest nella finale del 1986 a Città del Messico. Il Pipe de Oro ha ricevuto quel premio nel 1986 durante una cerimonia al cabaret del Lido sugli Champs-Élysées. Ma a questo punto emerge la posizione degli eredi. Questi, infatti, affermano che il trofeo era stato rubato e sostengono che l’attuale proprietario non può avere il diritto di venderlo, così come sostenuto. Il trofeo fu rubato il 26 ottobre 1989 da otto membri del clan di Giuseppe Misso, specializzato in rapine miliardarie. Quella volta furono svaligiate tra le cassette, anche quelle numero 71 e 404 di Diego e Claudia Villafane. Dopo sette anni di ricerca, contatti con esperti di oggetti sportivi e svariati tentativi di contattare direttamente Maradona, il gallerista ha deciso di rivolgersi alla casa d’aste «Aguttes». Una perizia in 3D ha confermato che il trofeo ritrovato è lo stesso Pallone d’oro alzato da Maradona a Parigi nel 1986. Va detto che Maradona non ha mai vinto il Pallone d’Oro come miglior giocatore del mondo (il premio al tempo non considerava i calciatori extraeuropei) ma ne ha comunque presi due: nel 1995 quello onorario da France Football alla carriera e nel 1986 per essere stato scelto come miglior giocatore della Coppa del Mondo in Messico.
La novità
Intanto il museo interattivo “Diego Vive” nella ex Base Nato a Bagnoli potrebbe aprire i battenti lunedì 20 maggio a causa di un ritardo sui lavori. Tanti i problemi affrontati dagli organizzatori argentini Avelino Tamargo e Matias Schneer, a cominciare dalla diffida fatta dal Napoli di utilizzare immagini di Maradona con la maglia del club del azzurro. E infatti sulle locandine adesso appare il Pibe con la divisa dell’Argentina. Il 28 maggio è previsto un evento nell’ambito di “Diego Vive” con la partecipazione di Claudia Villafane, l’ex moglie di Maradona, le figlie Dalma e Gianinna e Diego Jr, il figlio napoletano del Pibe e di Cristiana Sinagra. Fonte: Il Mattino