Viaggio nei conti del Napoli: De Laurentiis vince, guadagna e investe

Per il patron degli azzurri 141 milioni di aggregato positivo. Prossimo bilancio salvo con l’addio di Kvara

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Chi l’ha detto che nel calcio si perdono soldi? Chiedere ad Aurelio De Laurentiis, che non solo non ha perso (soldi) ma ha pure vinto (trofei). Nel ventennio alla guida del Napoli, ADL ha inanellato un risultato d’esercizio aggregato positivo per 141 milioni. Ci sono stati esercizi in rosso, certo, ma il bilancio complessivo riporta un chiarissimo segno più. Una parabola che ha visto il Napoli passare dal fallimento alla conquista dello scudetto, di tre Coppe Italia e di una Supercoppa e alla presenza frequente in Champions League.

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Storia

De Laurentiis ha rilevato nell’estate 2004 il titolo sportivo dalla curatela fallimentare. Acquisto e avviamento finanziati da un prestito di UniCredit da 32 milioni che nel giro di tre anni è stato interamente rimborsato dallo stesso club. I soldi effettivamente usciti dalle tasche del produttore cinematografico ammontano a poco più di 16 milioni, cioè i versamenti in conto capitale effettuati nei primi due anni in Serie C. Poi basta. Esborso, peraltro, ampiamente superato dai compensi ricevuti dal consiglio d’amministrazione, composto dai membri della famiglia De Laurentiis (con l’aggiunta dell’a.d. Chiavelli): in 20 anni sono stati elargiti complessivamente 43 milioni di emolumenti. Come è stato possibile tutto questo? Dopo aver chiuso in perdita il primo biennio, il Napoli ha ritrovato i massimi palcoscenici e registrato otto utili consecutivi prendendo l’abbrivio per una gestione autosufficiente.

Sostenibile

Il fieno messo in cascina ha consentito agli azzurri di fronteggiare meglio di altre società l’emergenza Covid. Tra il 2019-20 e il 2022-23 il Napoli ha accumulato 130 milioni di deficit, ma non ha dovuto chiedere l’apporto dell’azionista. E va detto che il prestito bancario da 52 milioni, sottoscritto nei giorni più difficili della pandemia, non è stato nemmeno utilizzato. Anche perché l’azienda ha ripreso a macinare profitti. Ben 79,7 milioni nel 2022-23 e altri 63 nella scorsa stagione. Se l’esercizio dello scudetto aveva beneficiato del taglio degli ingaggi, delle cessioni di Koulibaly e Ruiz e dei quarti di Champions, il bilancio 2023-24 è andato in scia, sebbene sul campo la squadra si sia piazzata al decimo posto in campionato: 73 milioni di proventi dal player trading (plusvalenze di 37 per Kim e 23 per Elmas), 70 milioni di premi Champions, ulteriore crescita dell’area commerciale (il merchandising è schizzato del 227% nell’ultimo triennio) e stipendi da 116 milioni che incidono solo per il 45% sui ricavi.

Presente

Al 30 giugno 2024 la situazione economico-finanziaria del Napoli era invidiabile: patrimonio netto di 212 milioni, liquidità in cassa per 211 milioni. Questo tesoretto, nell’attuale stagione, ha permesso a De Laurentiis di assorbire i danni della mancata partecipazione alle coppe europee e l’incremento dei costi per l’avvio del ciclo tecnico con Antonio Conte. In estate sono stati investiti 150 milioni in acquisizioni, da Buongiorno (35) a McTominay (31), da Lukaku (30) a Neres (28), mentre sono rimasti stabili i salari. Gli amministratori prevedevano una perdita per il bilancio 2024-25 ma poi, a gennaio, si è materializzata la cessione di Kvaratskhelia al Psg per 70 milioni. Si vedrà. ADL, intanto, si gode la volata scudetto e si lecca i baffi pregustando una nuova vendita record. In vetrina è esposto il gioiello Osimhen, per ora parcheggiato in prestito al Galatasaray. Chi vuole assicurarselo dovrà sborsare 75 milioni. Ma la clausola vale solo all’estero. In Italia la punta costa ancora di più.

Fonte: Gazzetta05

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