D’accordo, Neres è tornato, così come il 4-3-3, ma devono tornare i gol, quelli del brasiliano. In queste ultime settimane lo si è aspettato in quando “uomo in più” e sulla fascia la sua imprevedibilità è sempre determinante, ma occorre essere incisivi nel risultato. Scrive il CdS:
“L’ultimo acuto il 18 gennaio a Bergamo, assist per il gol di Politano; l’ultimo gol, invece, risale al 4 gennaio a Firenze partendo da destra e con scambio nello stretto con Lukaku. Da allora Neres ha girovagato per il campo con successo ma restando distante dalla porta. Serviranno anche i suoi gol per restare in scia della capolista. Appena due in campionato, il primo a inizio ottobre contro il Como, tre in stagione con quello al Palermo in Coppa Italia.
Pochi per un esterno offensivo che nei piedi, e nel passato, ha comunque tracce di reti: 17 in totale nelle due stagioni al Benfica, 14 nella miglior stagione all’Ajax, quando ancora era un ragazzino, poco più che ventenne. Oggi non ha perso quel talento, ma all’età di 28 anni è cresciuto, maturato, con il lavoro di Conte, la cura per la fase difensiva, la confidenza col sacrificio. Forse il meglio deve ancora venire.”