L’impero dei De Laurentiis è nel calcio: il 92% dei ricavi Filmauro da Napoli e il Bari
Nella società della famiglia De Laurentiis solo il 3% dei ricavi deriva dal cinema
La metamorfosi imprenditoriale di Aurelio De Laurentiis, certificata da almeno sette conti economici consecutivi, ha trovato nuova conferma nell’ultimo bilancio della «Filmauro» sui risultati del 2024. Da produttore-imprenditore, che soprattutto dal cinema e nel cinema traeva brand, immagine e guadagni, a presidente-imprenditore del Napoli calcio quasi a tempo pieno. Come i dati dei precedenti bilanci, anche gli ultimi parlano chiaro: il 92 per cento dei ricavi del gruppo «Filmauro» sono frutto dell’attività del Calcio Napoli. Gli azzurri e gli interessi loro collegati di sponsor, merchandising, sfruttamento immagine, produzioni, diritti televisivi si confermano di nuovo il core business della «Filmauro», società capogruppo della famiglia De Laurentiis.Anche lo scorso anno, le attività della «Filmauro» legate al cinema si sono limitate al 3 per cento, in prevalenza impegnate nella produzione della serie di Carlo Verdone. Così, i ricavi cinematografici sono stati solo 7,8 milioni di euro, tra 6,6 milioni di diritti televisivi e 692mila euro di botteghino. Invece, nonostante la deludente stagione della squadra, lo scorso anno il Calcio Napoli ha comunque assicurato ricavi per 63 milioni di euro. Sei in meno rispetto all’anno precedente, ma hanno pesato i mancati introiti per diritti televisivi e il cammino infelice nelle coppe europee.Il calcio del ventunesimo secolo – quello dei diritti televisivi, delle sostanziose passività accertate anche per squadre quotate in Borsa, di molte proprietà societarie in mano a fondi di investimento stranieri – è da tempo diventato a Napoli un vero caso imprenditoriale. A 21 anni dalla sua acquisizione della società Calcio Napoli in Tribunale, Aurelio De Laurentiis, nel 2004 reduce dai corposi incassi cinematografici legati anche ai successi dei cine-panettone, ha modificato prospettive e visioni strategiche del suo gruppo. Lo dicono i numeri positivi dell’ultimo bilancio, che proseguono il trend iniziato almeno 7 anni fa. C’è stato a Napoli un cambio di paradigma nell’impresa-calcio, che è tra i maggiori settori imprenditoriali italiani per interessi e fatturati. In altri contesti e città, molti presidenti provenienti da comparti imprenditoriali diversi si sono bruciati nel calcio, mettendo a rischio anche le loro attività principali, costretti per questo ad abbandonare squadre e società nelle mani di anonimi fondi di investimento stranieri.
Il caso De Laurentiis, che ha trovato favorevole contesto a Napoli, è da studiare. La «Filmauro» ha attuato in 21 anni un adattamento ai mercati dei suoi duplici interessi imprenditoriali, realizzando una mutazione strategica che ha riconvertito il rapporto di impegno e fatturati a favore della gestione della società Calcio Napoli che assicura più profitti. Tutto a un anno dal centenario della società, nata nel 1926.
Una mutazione imprenditoriale che ha posto al centro l’impresa-attività calcio che a Napoli da tempo travalica l’ambito sportivo, per diventare cultura, costume, spettacolo, fede, consenso politico.
Della particolare importanza a Napoli del calcio, che è brand di storia e mercato, confermata nel 2024 da 328,2 milioni di ricavi, il presidente De Laurentiis è da tempo consapevole. E il produttore cinematografico è sempre di più presidente del Napoli. Fonte: Il Mattino