Ezequiel Lavezzi, ex attaccante del Napoli, ha parlato nel corso di Terzo Tempo Calcio Napoli, trasmissione in onda su Televomero:
“Mi sento bene e sono contento di tornare per l’affetto della gente. Ho parlato in questi giorni con il Tanque Denis, è un amico vero, l’ho conosciuto a Napoli e abbiamo costruito un’amicizia che rimane ancora oggi. Mi chiamano Pocho per il cane che avevo (ride, ndr). Qui a Napoli per Maradona? È stato così per me, per Maradona, volevo provare a venire qua perché ci ha giocato lui. Dopo mi sono trovato a vivere queste cose che pian piano sono successe che io non immaginavo. Ho cercato di gestirle nella miglior maniera possibile e comunque ancora oggi la gente mi dà quell’affetto e mi fa sentire diverso e amato. Io cerco di fare lo stesso con loro, l’amore che hanno per me cerco di restituirlo e ringraziare, perché anch’io li amo tanto.
Sarò presente all’addio al calcio di Hamsik. Ci tengo tanto, è un bravissimo ragazzo, Marek è speciale ed è una persona ammirabile. I tre tenori? Ci capivamo bene, il gol di Cagliari è stata un’emozione grande, fare un gol al 93’ è speciale, vincere una partita così, con tanta tensione… Era l’ultima giocata per loro e dopo con il rimbalzo della palla diventa giocata pericolosa per noi, riesco a fare gol io. Non ricordo niente di quel momento (ride, ndr), mi ricordo che la palla di Cavani era un po’ lunga, sono arrivato a calciare che avevo i crampi.
Mancata convocazione al Mondiale? Avevamo un buonissimo rapporto io e Maradona, aveva l’abitudine di farmi contattare sempre da qualche amico per chiedermi se potesse chiamarmi. Io dicevo sempre di sì, mi diceva sempre ‘mi dispiace averti lasciato fuori’, io dissi a Diego sei l’allenatore, non ti preoccupare, io sono sempre argentino comunque non ti preoccupare. Ho parlato tanto con lui, mi ha detto tante cose, mi ha dato consigli che me li tengo che c’entrano più con la parte umana, che mi ha fatto benissimo in certi momenti.
La festa della Coppa Italia è stata grandiosa perché, dopo tanti anni che la squadra non vinceva, siamo riusciti a vincere una Coppa. Non era un campionato, ma la gente aveva bisogno di festeggiare. Abbiamo portato questa Coppa Italia vincendo anche contro la Juventus. La città era pazza di gioia, c’era tanta gente che ci aspettava. Ricordo che si era fatto tardi, sono tornato alle 10 del mattino, eravamo alla stazione centrale, sono tornato tardissimo a casa. È stato bello e divertente. Eravamo molto uniti tutti. Alla fine, penso che un buon modo non solo di star bene, di passare del tempo insieme e creare rapporti, alla fine è importante avere rapporti stretti e amicizia.
Ho creduto allo scudetto prima di andare via, è stato l’anno che più ci abbiamo creduto, a un punto tra il secondo e il terzo. Quello lì abbiamo fatto un campionato molto buono. La prova tv per le 3 giornate a Rosi? Adesso non ricordo niente (ride, ndr).
Non mi sono accorto di non aver abbracciato Barzagli (ride, ndr). Ma ad abbracciarti ti abbracci con i tuoi amici…
Io e Cavani abbiamo un rapporto speciale, ora è al Boca e ci sentiamo e sempre parliamo di Napoli, magari su Instagram lo taggo e ci ricordiamo sempre dei momenti belli che abbiamo vissuto che noi ci teniamo tanto e hanno creato momenti che rimarranno per sempre. Sono cose di cui parliamo sempre, c’è tanto affetto non solo da parte vostra, ma anche nostra, con dei bellissimi ricordi. Ho fatto tanti assist e lui ne ha fatti a me, sono tante le cose belle.
Cavani è uno dei più forti centravanti con cui ho giocato sicuramente. Io ho giocato con Messi (ride, ndr). Ma nel suo ruolo è sicuramente uno dei più forte. Cavani sempre tardi agli allenamenti? Non mi ricordo (ride, ndr). L’italiano più forte con cui ho giocato per me è Verratti è il più forte di tutti.
Ibra o Cavani? Sono diversi, mi metti in un casino (ride, ndr). Il più forte italiano del Napoli? ho giocato con Quagliarella, Paolo Cannavaro…
La città è l’affetto che ti fa vedere ogni giorno, ne parlavo con mia moglie. Io sono venuto dopo quasi 13 anni e la gente riesce ad accoglierti come magari non sei mai andato via. I bambini, magari i genitori gli hanno parlato di me. È pazzesco.
A Liverpool c’erano tanti napoletani. Avevamo fatto un bel primo tempo, poi abbiamo perso, ma il primo tempo è stato eccezionali. Ho tantissimi bei ricordi, ho vissuto certi momenti dove sono stato felicissimo, per questo oggi sono qui per godermelo. Oggi vedo la città com’è cambiata, migliorata, com’è diversa. Infatti, oggi arrivo al Lungomare e per esempio è pedonale, prima prendevo la macchina e passavo. Mi è risultato difficile fare la passeggiata (ride, ndr). Sono cose che ti fanno felice. Ho parlato con Almada, gli ho detto di venire.
Io a un giovane calciatore argentino consiglio sempre venire. Un difetto dei napoletani? Penso che non ci siano, dipende sempre come la prendi. Non succede con tutti, c’è riconoscenza, ma magari non è a tutti quello che succede a me. Gli altri non la vivono così, possono vivere la vita giusta. Giochi al massimo come calciatore e città eccezionale, la vista, il cibo, la gente… Secondo me non ci sono contro.
Ho pensato che, se il Napoli non batte il Milan dicono che porto male (ride, ndr). Però abbiamo vinto e non si può dire niente. Il Maradona lo trovo cambiato e molto bello, l’ho visto. Però è meglio, perché è migliorato tutto.
Il rapporto con De Laurentiis? Da che non gioco più è bellissimo (ride, ndr). Ho un bel rapporto. Non abbiamo parlato di alcuna collaborazione (ride, ndr). Voglio solo godermi la città. Oggi non sto lavorando con il calcio, è una scelta, non vuol dire che non faccio niente, è una cosa che ho fatto con tutta la vita, ma al momento non sto facendo niente. Sono molto felice con mio figlio, un giorno potrà dirlo lui.
Il Napoli l’ho visto bene, è una squadra che sta facendo bene. Non ha una rosa lunga, però comunque gioca solo il campionato, penso che abbia un grande allenatore e questo può far tenere fino alla fine. Non ho incontrato Conte, è uno tra i più grandi.
In Cina mi sono divertito di più, giocarci era molto difficile. Avevi solo 3 stranieri. Io ero al PSG e con la rosa che avevamo vincevamo il campionato sempre, non avevo più voglia, pensavo di star lì solo per i soldi. Mi ha iniziato a piacere, è stato diverso da quello che mi immaginavo, prendevo una bici per arrivare al ristorante, prima sembrava che, se non arrivavi in Ferrari la cosa non era buona. Sono stato benissimo, il calcio mi è piaciuto, ho fatto bene.
Il Napoli l’ho visto bene, nel primo tempo è stato stupendo. Il Milan non riusciva ad avere la palla, sembrava che il loro centrocampo non esistesse; infatti, ogni volta che prendeva la palla saltava il centrocampo e gli attaccanti non tenevano il pallone. Il Napoli invece faceva girare la palla, la sviluppava bene, con l’ultimo passaggio più precisi potevano creare situazioni ancora più pericolose. Il miracolo possono farlo, gioca una competizione, Conte fisicamente li fa lavorare tantissimo. Per me è una realtà, non la vedo come un miracolo, ma per allenatore e giocatori che hanno… È vero che sono andati via due giocatori importantissimi, ma questi che ci sono oggi hanno vinto, hanno esperienza per affrontare situazioni complesse. Ce la possono fare. Io ci credo.
L’Inter ha una rosa molto importante e forte, però il Napoli ha solo il campionato. Se punta su tutto può perdere punti e il Napoli può approfittare, secondo me ce la può fare. Non la penso come un miracolo.
Non ho mai visto tv o letto giornali. A me quelle cose non mi entravano, io pensavo solo a divertirmi e a giocare a calcio. Lì sapevo se facessi bene o male per me stesso, contava quello, avevo scelto Napoli e il desiderio di far bene era mio.
Il Genoa mi compra quando avevo 17 anni, rimango un anno in prestito per vedere se potevo giocare in campionato, vado l’anno dopo, ma non volevo stare. Quindi il San Lorenzo mi compra a titolo definitivo, faccio altri due anni e lì mi prende il Napoli. Ero più maturo. L’uomo che ci ha contattato direttamente è stata una mediazione, Cyterszpiler (primo agente di Maradona, ndr) aveva contattato il mio agente.
Eravamo molto giovani con i tre tenori, avevo 21 anni quando sono arrivato, ora ne ho un po’ di più.
Con l’Argentina ho vinto l’Olimpiade, poi abbiamo fatto la finale del Mondiale, però comunque giocare con la propria Nazionale è l’orgoglio più grande. La sinergia più grande è che si somigliano tanto per come si vive con Napoli.
La mia associazione aiuta ragazzi del mio quartiere, è un quartiere molto povero. È un’associazione civile dove aiutiamo ragazzi a crescere, mangiare, a fare attività per non farli stare sulla strada. È molto pericoloso. E’ una realtà che non potete immaginare. Magari la ricchezza che posso dare è quello di un ragazzo che è stato come loro e che ce l’ha fatta.
Non mi immagino il Napoli in un altro stadio. Sinceramente, non me lo immagino proprio. In Argentina, per esempio, il River aveva uno stadio simile a quello del Napoli, ma hanno tolto la pista e hanno fatto uno stadio bellissimo. Messi? È una persona umile, buona e semplice. Al di là del calciatore che è, bisogna dirlo. È un amico.
Kvaratskhelia ha fatto bene ad andare a Parigi? Bisogna chiederlo solo a lui, vedere come si trovava nel Napoli. E’ una decisione molto personale, può darsi che sia un’ottima scelta se la considera così. Se ci è andato vuol dire che la vedeva così. Può essere una voglia di cambiamento. Può essere una voglia di creare un’esperienza in un altro calcio diverso da quello italiano. Sono fattori.
Psg in Champions? Ci sono tante squadre che hanno tanti campioni. Puoi comprare chi vuoi, ma anche le altre squadre hanno campioni. Allora bisogna avere la fortuna di beccare l’anno giusto e che giri tutto a favore tuo per vincerlo. Quest’anno bisogna vedere, hanno superato una squadra che tutti dicevano potesse vincere, penso che adesso per chi ha il PSG come avversario è un timore. Mi vogliono bene anche lì, ma non a questo livello. Mi vogliono bene, per fortuna (ride, ndr).
Conte ha l’esperienza, dà il massimo per i giocatori. È vero che il Napoli è rimasto senza due giocatori fondamentali, penso che lui lo sa e sicuramente che da questo sa come far esprimere tutto il massimo ai giocatori che sono rimasti.
Calaiò e Paolo Cannavaro hanno vissuto tantissimo qua, hanno vinto, perché loro hanno vinto già in Serie C e in Serie B, sapevano come trattare la città e gestirla e davano dei consigli. Quando sono arrivato qua ci hanno consigliato tanto.
Lukaku non sapevo neanche che era stato criticato, per me lui è un giocatore fortissimo che ti fa salire la squadra, fa gol, magari ha dei periodi che possono essere meno buoni, ma io vorrei sempre averlo nella mia squadra. Il suo modo di giocare sicuramente mi avrebbe avvantaggiato, a me piace tantissimo. Non sapremo mai se con Osimhen fosse stato diverso, perché uno è partito e l’altro è rimasto.
Il Bologna si batte giocando, preparando bene la gara, stando concentrati, sicuramente facendo le cose che chiede l’allenatore che sicuramente Conte farà vedere le debolezze del Bologna e i pericoli.
In tutte le partite che ho visto Meret ha fatto sempre bene, l’altro giorno ha parato anche un rigore. Non penso bisogna discutere del portiere. Neres? Mi piace, mi piace. Ha tanta qualità, è uno di quelli che può saltare le linee. Non voglio fare paragoni con me, però è un giocatore che salta l’uomo. Un nuovo Lavezzi? Non lo so, non posso dirlo io (ride, ndr).
Al Maradona sicuro tornerò. Sempre credere alla squadra, i giocatori di oggi daranno tutto per portarli a farli felici. Un messaggio per i giocatori? No, non penso che sia indicato per poter dargli un messaggio, loro lavorano tutti i giorni. Sanno che devono fare per avere i traguardi che vogliono”.
Fonte Uff Stampa