Hanno provato ad infangarlo fino all’ultimo. L’autopsia rivela: «Niente droga, soltanto medicine»

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Al momento della sua morte non erano presenti tracce di droghe o alcol nel suo sangue.

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A dirlo sono i forensi che hanno eseguito l’autopsia e le analisi sul corpo di Diego Armando Maradona, scomparso il 25 novembre 2020 all’età di 60 anni. Va avanti il processo in Argentina iniziato l’11 marzo con conclusione prevista in estate. Si attendono oltre 120 testimoni. Gli ultimi sviluppi riguardano le parole dei medici dell’obitorio di San Fernando. «Nessuno dei quattro campioni ha rivelato tracce di alcol, cocaina, marijuana, mdma, ecstasy o anfetamina» ha dichiarato l’esperto forense, Ezequiel Ventosi. Sono invece apparse cinque sostanze corrispondenti a farmaci antidepressivi, antiepilettici, antipsicotici e antinausea.

IL PROCESSO. Si sta lentamente facendo luce sulle cause della morte di Maradona nel quartiere di San Andres, Tigre, pochi giorni dopo l’intervento chirurgico per ematoma subdurale. Accusati di «omicidio colposo con dolo eventuale» i sette membri dell’equipe medica che avevano in cura il Pibe de Oro – l’ottava, l’infermiera Dahiana Madrid, ha richiesto un processo con giuria che partirà a luglio – in quella che tutti hanno definito “la casa degli orrori”. La scorsa settimana era stato visionato il filmato dell’autopsia, immagini mai emerse al di fuori del tribunale penale di San Isidro, a Buenos Aires, per il divieto di registrazione o dirette imposto ai presenti. Nel primo giorno del processo, invece, il pm Patricio Ferrari aveva mostrato una foto che aveva scatenato polemiche, quella del cadavere di Diego con l’addome completamente gonfio.

AGONIA. Maradona, come emerso dalla testimonianza di Carlos Mauricio Cassinelli, uno dei massimi esperti forensi che eseguì l’autopsia, è morto per un edema generalizzato dalla testa ai piedi, per disidratazione, con liquido nel cuore, nei polmoni, nell’addome, dopo un’agonia di 12 ore e con il cuore che pesava 503 grammi, il doppio del peso normale. Nel fegato, poi, secondo la patologa Silvana de Piero, c’erano anche segni compatibili con la cirrosi oltre che un’insufficienza renale, cardiaca e polmonare. Un quadro clinico raccapricciante che acuisce i dubbi sul lavoro dell’equipe medica con a capo degli imputati il neurochirurgo Leopoldo Luciano Luque. Intanto è stato rilasciato Julio Cesar Coria, l’ex guardia del corpo di Maradona, arrestato per falsa testimonianza. La sua liberazione è stata facilitata dall’assenza di precedenti penali. 

Fonte: CdS

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