Il lavoro nobilita l’uomo, cioè Anguissa, che mentre i compagni se ne stanno meritatamente ad oziare, aspettando che domani, mercoledì, si ricominci con il Bologna in testa (la prossima sfida è in programma lunedì 7 alle 20.45), se ne va a fare un giretto a Castel Volturno, per sottoporsi a qualche trattamento, per fare un po’ di terapia, per allenarsi e tornare ciò che è stato. È un campionato di otto partite, bisogna darci dentro, prendersi ciò che possibile e magari pure l’impossibile e Frank Anguissa, un’istituzione, non si risparmia: s’era fermato a Como, nella giornata in cui non avrebbe dovuto giocare per evitare cartellini gialli che gli negassero l’Inter e invece rimediò un problema al “maledetto” soleo.
Instancabile
È andato in Nazionale ma per guardare, perché un affaticamento l’ha bloccato. E quando è rientrato a Castel Volturno, inaspettatamente ha scoperto domenica mattina che avrebbe dovuto giocare: fuori Scott McTominay, non ci sarebbero state altre soluzioni. La sua ora (65 minuti per la precisione) contro il Milan è stata piena di bagliori e poi di pause: elementare, avrebbe detto Watson, e Anguissa ieri ha preferito rinunciare alla prima giornata di riposo, ha dato appuntamento a Nicola Zazzaro, uno dei fisioterapisti e poi ha provveduto anche a raccontarlo alla gente via social, dopo essersi spremuto bene, per risentirsi come un mese fa, quando dettava legge. “No day off…”. Più chiaro di così. Fonte: Gazzetta