Conte rispolvera il 4-3-3 e il Napoli risponde presente. Milan, troppo poco quel secondo tempo
I rossoneri sbagliano l'approccio e le scelte di formazione faranno discutere a lungo
La prima delle 9 finali di campionato è stata archiviata e il verdetto è piuttosto chiaro: Inter e Napoli si giocheranno lo scudetto, anche perché nel giro di tre settimane l’Atalanta si è praticamente esclusa da sola dalla lotta per il titolo. Il Milan schiera un undici iniziale che lascia qualche dubbio, soprattutto l’assenza di Leao: il suo ingresso nel secondo tempo rivoluziona i rossoneri e li rende molto più pericolosi. Anche Conte, però, è costretto a fare delle scelte inaspettate: senza McTominay, spazio ad Anguissa, che deve recuperare la condizione e il ritorno al 4-3-3 con la fascia Neres-Olivera che non si vedeva da un po’. Il ritorno al modulo che aveva messo in mostra le migliori qualità dei partenopei regala nuova brillantezza e imprevedibilità, soprattutto ritrova i meccanismi della fascia destra che confeziona il vantaggio di Politano. Poi l’aggressione alta di Buongiorno e l’intelligenza di Gilmour permettono a Lukaku di trovare il gol numero 400 in carriera: il belga non manca mai l’appuntamento con il Milan con Conte in panchina. Il Napoli domina per un’ora abbondante e riesce a resistere anche alle folate offensive di un Milan molto più combattivo nel secondo tempo, grazie soprattutto a Leao: da lui parte l’azione che porta al rigore parato da Meret e il gol di Jovic. Curioso che i rossoneri segnino quando il Napoli passa alla difesa a 5 per l’uscita di Lobotka. Conceicao sembra aver scelto una formazione con lo sguardo già rivolto al derby di Coppa Italia, ormai l’unico obiettivo realisticamente perseguibile dai rossoneri. Per il Napoli, invece, ci sarà una settimana per godersi il successo, recuperare qualche infortunato e prepararsi alla sfida con il Bologna: l’obiettivo è rimanere attaccati all’Inter.
Fonte: Corriere dello Sport