Precarietà e rinascita: i miti che avvolgono il nostro Vesuvio…

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Lo sentiamo spesso invocare, anche per cose non proprio piacevoli, ma, paradossalmente i napoletani non lo temono. Lo rispettano. E’ diverso. La nostra “montagna”… Il Parco Nazionale del Vesuvio nasce ufficialmente il 5 giugno 1995. Il suo territorio è un concentrato di ricchezze naturalistiche, paesaggi mozzafiato, coltivazioni secolari e tradizioni che rendono l’area vesuviana uno dei luoghi più affascinanti e più visitati al mondo.
Il Vesuvio, che si innalza maestoso, è un tipico esempio di vulcano a recinto, costituito da un cono esterno tronco, Monte Somma, con cinta craterica in gran parte demolita, entro la quale si trova un cono più piccolo rappresentato dal Vesuvio, separati da un avvallamento denominato Valle del Gigante, parte dell’antica caldera, dove in seguito, presumibilmente durante l’eruzione del 79 d.C., si formò il Gran Cono o Vesuvio.
Il Vesuvio è il simbolo della città di Napoli, ogni napoletano si sente protetto da quel gigante buono che, come detto sopra, in tanti, con cori beceri, inneggiano ad eruttare. E’ possibile vederne uno scorcio da qualsiasi angolazione della città, ma l’immagine più bella è quella che si vede percorrendo il lungomare.
Lo si vede lì, in tutta la sua imponenza, solitamente avvolto da soffici nuvole che gli conferiscono un’ aria gentile ed elegante, vegliare su quella che è la sua amata città. Il Parco Nazionale che lo accoglie è un mondo di biodiversità da esplorare passo dopo passo. E’ possibile fare trekking tra i sentieri immersi nel verde o visitare il Gran Cono per vivere un’esperienza indimenticabile. Il Vesuvio è avvolto da miti e leggende che ne arricchiscono il fascino. Ecco alcune delle storie più intriganti: “Il Monaco Malvagio”, per esempio. Si narra che un monaco crudele si fosse recato sul Vesuvio per chiedere aiuto per un piano malvagio. Il vulcano, indignato, eruttò un cavallo dagli occhi infuocati che inseguì il monaco facendolo precipitare in una voragine di fuoco. Questo luogo è oggi noto come Atrio del Cavallo. C’è poi l’Amore Impossibile tra Vesuvio e Capri: secondo una leggenda romantica, il Vesuvio era un giovane focoso e irascibile innamorato di Capri, una ragazza dolce e tranquilla. La loro unione impossibile diede origine al vulcano e all’isola. Ancora, La Collera degli Dei: l’eruzione del 79 d.C. è stata interpretata come un atto di punizione divina. Si credeva che il dio Vulcano avesse scatenato l’eruzione per punire gli abitanti di Pompei ed Ercolano per le loro azioni immorali…Questo e tanto altro delinea e denota il nostro vulcano. Ci rende precari, certo, ma è proprio questo essere precari sempre che ci dà la possibilità di rinascere ogni volta, proprio come la fenice, ma questa è un’altra storia…

Factory della Comunicazione

Ludovica Raja

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