“Contro il Milan gara non facile. Meret? Sempre in discussione, ma sa giocare ad alti livelli!”

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Alberto Fontana, ex portiere, fra le tante, di Napoli, Inter ed Atalanta, ha parlato ai microfoni di 1 Football Club della sfida gli azzurri e il Milan, in scena al Maradona domenica alle 20.45.

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Questa settimana si giocano gare importanti, non solo perché, dopo la sosta, le partite sono spesso imprevedibili, ma anche perché, ad esempio, il Napoli affronta una squadra altrettanto imprevedibile come il Milan. Che tipo di gara si aspetta?
“Non è una gara facile, perché il Milan viene da un’annata davvero complicata, in cui nessun obiettivo è stato rispettato. Sono arrivati giocatori molto importanti a gennaio, ma le cose non girano come dovrebbero. E non è semplice sistemare tutto in corsa. Ci è riuscita la Roma con Ranieri, perché lui è un fenomeno, e sta provando a fare il miracolo anche il Milan dopo il cambio di Fonseca con Conceicao. Detto questo, è una squadra da rispettare, ma in questo momento vedo meglio il Napoli. Inoltre, alcuni giocatori del Milan, negli ultimi mesi, non stanno rendendo come dovrebbero. Il primo nome che mi viene in mente è Maignan: per due anni è stato incredibile, ma da più di un anno non dico che sia un problema per il Milan, però non sta più giocando ai livelli di un portiere titolare del Milan. Lo vedo in leggero calo in questa stagione, oggettivamente sì. Nei primi due anni ha stupito tutti in positivo, è stato fantastico. Ma questa non è una crisi passeggera: è da un anno che non è più lo stesso giocatore. Probabilmente, dopo l’infortunio che ha avuto tempo fa, non è mai tornato ai suoi livelli.”
Alex Meret, invece, in questa stagione ha fatto finalmente il salto di qualità?
“Credo che l’amore tra Meret e il Napoli non sia mai esploso del tutto. All’inizio, tra infortuni e l’arrivo di Ospina che ha fatto molto bene, non c’è mai stata la scintilla. Però lui resta un portiere molto importante, un ragazzo che, vista l’età, gioca ad alti livelli da tempo, ha vinto uno scudetto ed è nel giro della Nazionale. Se dovessi costruire una squadra, io lo prenderei. Se fossi nel Napoli, lo rinnoverei.”
Perché il Napoli, per la terza volta, offre a Meret un rinnovo di contratto per un solo anno?
“Questo, secondo me, è un segnale che la società non crede fino in fondo nel ragazzo. Inoltre, il Napoli ha già un altro portiere giovane e molto bravo: Caprile. Probabilmente la società sta ragionando in un’ottica futura per gestire al meglio questi due talenti. Il ruolo del portiere è delicato: deve esserci fiducia nei presupposti giusti, altrimenti, ogni volta che si subisce un gol, tutti si girano a cercare un colpevole. È uno sport nello sport, perché, pur essendo parte della squadra, ha una responsabilità individuale enorme. Si ricordano più gli errori che le parate. Per questo, salvo eccezioni come Buffon, che non fanno testo, un portiere ha bisogno di qualche anno in più per maturare completamente. Chi è già pronto a 17-18 anni è un’eccezione. Possiamo dire che con Meret e Caprile la squadra sia ben coperta in porta, oggi e nel futuro, e forse è proprio la crescita potenziale di Caprile a spingere il Napoli a proporre a Meret rinnovi annuali. Ha senso pensare che la società non possa portare avanti entrambi per sempre. Vista la giovane età di Caprile, è probabile che in futuro torni a Napoli. Se continuerà a giocare come sta facendo a Cagliari, si sarà guadagnato il posto sul campo. Nessuno gli ha regalato nulla, anzi. Gli va dato merito di aver chiesto fortemente di andare al Cagliari, una squadra che lotta per salvarsi. Questo dimostra che ha voglia di giocare e di dimostrare il suo valore. Una scelta coraggiosa, ed è una scelta che mi fa molto piacere. Mi viene in mente Vicario, che ha fatto un percorso simile: dal Cagliari è andato all’Empoli, dove nessuno lo conosceva, e oggi è un portiere di livello mondiale. A volte, scendere di categoria per giocare è la scelta giusta: ti permette di crescere, di tornare con più esperienza e di affrontare meglio i momenti difficili, che per un portiere arriveranno sempre.”
L’Atalanta, prima della sosta, ha subito una sconfitta forse inaspettata, considerando che aveva battuto la Juventus con un clamoroso 4-0. Secondo lei, ci sono stati più meriti dell’Inter o demeriti dell’Atalanta?
“Io vedo più meriti dell’Inter, anche se trovo che l’espulsione di Ederson sia stata esagerata e abbia condizionato la partita. L’Inter ha poi gestito il match in modo perfetto. Ha una mentalità di gioco e una filosofia ben definite, grazie all’allenatore. È una squadra che darà fastidio fino alla fine.”
Quindi considera l’Inter la favorita numero uno per lo scudetto?
“No, per me no. Ho già detto in passato cosa ne penso. L’Inter è fortissima, ma gioca tante partite e questo può diventare un problema nel lungo periodo. Vedevo e vedo il Napoli come favorito per lo scudetto.”
Ora che il Napoli è tornato a lottare ai vertici, dopo il decimo posto della passata stagione, quanto è merito di Antonio Conte?
“Tantissimo. È inutile girarci intorno: il merito principale è suo. Ha portato mentalità, fame e determinazione. Quando vedi giocatori che, pur essendo forti, iniziano a fare scivolate in più e a lottare su ogni contrasto, significa che l’allenatore è riuscito a trasmettere qualcosa. Il Napoli aveva una rosa forte anche lo scorso anno, ma la stagione passata è stata inspiegabile. Credo che il primo errore sia stato di Rudi Garcia: quando erediti una squadra che ha vinto lo scudetto, non puoi cambiare tutto, non puoi provare a stupire con effetti speciali. Poi, rimettere in carreggiata una squadra in difficoltà non è mai facile, quindi Conte ha grandi meriti. Il Napoli di Conte non è partito benissimo, ma poi ha assimilato i suoi concetti e ha ingranato. La Juventus, invece, ha speso 200 milioni e ancora non ha una formazione titolare chiara. A certi livelli, questo non è accettabile.”

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