Renica: “Il Napoli è lì perchè è forte e se la giocherà fino alla fine”

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Più che una partita a scacchi immagina la corsa scudetto come una sfida di tennis in cui il Napoli ha sprecato tanti match point, ma è ancora in piena corsa. E poco importa che l’Inter è avanti: gli azzurri se la giocheranno fino alla fine, Alessandro Renica non ha dubbi e lo dice a Il Mattino: 
Da dove deve ripartire la squadra di Conte? 
«Dal blocco Napoli. Dai giocatori impegnati con le rispettive nazionali che sono in grande forma: penso a Di Lorenzo, Raspadori, Politano, ma anche Lukaku e McTominay. Le loro prestazioni fanno capire perché il Napoli sta lottando per lo scudetto a dispetto di chi continua a parlarne come qualcosa di straordinario: a me è sembrata un’esagerazione».
Si riferisce a Conte?
«Conte ha allenato benissimo la squadra, l’ha messa bene in campo ed ha fatto tutto quello che doveva fare grazie anche ad Oriali. Però mi è sembrato anche che si sia sminuito un po’ il valore dei giocatori. Il Napoli è in piena corsa perché è forte. Ci sono mille motivi perché gli azzurri siano ancora candidati al tricolore».
Uno su tutti?
«Che ha sempre il vantaggio di giocare una sola competizione. Dirò di più…».
Dica pure.
«Faccio il tifo per l’Inter in Champions perché se riuscisse ad eliminare il Bayern avrebbe altre due partite di grande livello che potrebbero distrarla totalmente ed il Napoli potrebbe approfittarne. Sperano che stavolta ci riesca e non si divori altri match point».
Quali?
«Penso ai punti persi all’ultimo minuto all’Olimpico con le due romane. Se vincevi con la Roma andavi in paradiso. Idem con la Lazio. Avresti avuto un’altra classifica. Dopo quei due pareggi è subentrata un po’ di paura ed è arrivato anche qualche infortunio di troppo. Per non parlare poi della perdita di Kvara a gennaio».
A quanto pare il georgiano aveva deciso di fare le valigie…
«Io dico che se Kvara era ancora a Napoli il campionato era già chiuso. Non riesco a capire come si può perdere un giocatore così a gennaio, pur sapendo che bisogna fare cassa. Ma un patto con Khvicha si poteva fare. Arrivare fino a giugno cosa costava?».
napoliDomenica al Maradona c’è il Milan.
«Partita delicata e difficile: i rossoneri si giocano le ultime chance per entrare in Europa e hanno comunque una rosa competitiva. Ma troveranno un Napoli in grande forma. A livello mentale, gli azzurri sono più forti del Milan».
Anche più forti dell’Inter?
«Lo potranno diventare. Perché sebbene i nerazzurri hanno una rosa competitiva, hanno anche tantissimi impegni ed il recupero degli infortuni resta sempre un’incognita».
Più difficile rincorrere o fare la lepre. La squadra di Inzaghi può avvertire il fiato sul collo?
«Possibile, ma l’Inter ha un gruppo solido che è abituato a queste pressioni. C’è un ambiente che è abituato a vincere. Per la squadra di Inzaghi insomma la pressione non è un problema. Lo è stata per il Napoli, complice anche un po’ di sfortuna e qualche infortunio di troppo».
Tutto pregiudicato?
«Certo che no. Io vedo meglio il Napoli dell’Inter. Poi naturalmente deve parlare il campo. Ma i giocatori azzurri sono dominanti: significa che la squadra ha qualità e sta bene fisicamente. E poi c’è Conte che è abituato a tenere tutti sul pezzo: vincere aiuta a vincere».
Domenica c’è Napoli-Milan. Cosa ricorda di quella batosta del 1° maggio del 1988 che costò lo scudetto?
«È stato il momento più triste della mia storia calcistica. Abbiamo perso il campionato che meritavamo di vincere di più, quello in cui abbiamo giocato meglio. Purtroppo è successo ciò che nessuno si aspettava. Ma anche lì c’erano tanti perché che adesso è inutile rispolverare. Peccato, lo meritavamo, ma questo è il calcio: non vince sempre chi merita».
Ed oggi chi merita lo scudetto?
«È giusto che se la giochino Inter e Napoli: lo meritano entrambe».

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