Tutti vogliono Victor, ma quella casa a Parigi…

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Con 75 milioni ci si assicura l’attaccante. In Italia l’accordo non vale, ma la Juventus ci sta pensando. E coi bianconeri anche Liverpool, Arsenal, United

 

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Tutte le strade portano a Osi: e che si vada a Parigi, che si scelga di atterrare a Manchester, che si proceda in direzione Londra oppure Liverpool, che si preferisca l’Italia e quindi Torino, nella peggiore delle ipotesi, la meno intrigante, ci sarà da farsi un bagno in una vasca in cui, che siano euro oppure pounds, sarà consentito bearsi. C’è un mondo (quasi) che s’è messo alla finestra, che allude, lusinga, chiede oppure finge disinteresse per quell’uomo mascherato, ma fino a un certo punto: perché l’identikit lo svela il suo curriculum e al resto provvede la postura del corpo. Sua Maestà Victor Osimhen, ultimo domicilio Istanbul, al Galatasaray, ventisei gol tutti d’un colpo presentandosi persino a giochi avviati, sa come si crea un esercito di sudditi: c’è una fila di pretendenti, sono club di primissima fascia (“I primi cinque al Mondo”, citando Abdullah Kavukçu, vicepresidente al Gala), che sanno di dover convincere a questo punto semplicemente quel giovanotto di 26 anni capace di spostare pure da solo i valori della storia.

Il contratto, risistemato dopo estenuanti bracci di ferro e dinamiche da cinepanettoni, è stato integrato del dicembre del 2023 non solo da un adeguamento economico per l’attaccante, che è passato da 4,5 a chissà quanto (si pensava dieci, poi il Galatasaray ha pubblicamente sostenuto che gliene riconosce sei) e da una clausola che soffoca qualsiasi asta: con 75 milioni, Osimhen si può prendere dalla sera alla sera, inviando la classica Pec ed annunciando che si vuole esercitare un diritto praticabile. E però, affinché non sia poi così semplice, Cristiano Giuntoli, che per Osimhen spinse De Laurentiis a investire 49 milioni nel 2020, in piena pandemia, non si è lasciato distrarre dai problemi di questi mesi: sapendo, s’è messo dietro l’uscio, come sua buona abitudine ha lanciato segnali di fumo e, incurante di dover giocare al rialzo, ha fatto sapere che lui è pronto a giocarsela. A quel punto, ovvio, si aprirebbero altri scenari, sarebbe necessario e anzi indispensabile accomodarsi ad un tavolo, fare un’offerta, spingendosi oltre l’accordo. Fonte: Gazzetta
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