L’approfondimento di Jo D’Ambrosio: “Italia fuori dalla Nations League l’amarezza di una rimonta incompiuta e il rigore negato”

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L’Italia dice addio alla Nations League dopo un rocambolesco 3-3 contro la Germania. Una partita dalle due facce che lascia in bocca il sapore amaro del rimpianto. Il primo tempo, dominato in lungo e in largo dai tedeschi, ha visto una Nazionale irriconoscibile, distratta e travolta dalla furia avversaria. Il secondo tempo, invece, ha mostrato una squadra trasformata, capace di reagire con orgoglio e determinazione. Eppure, nonostante l’assalto finale e le reti di Kean e Raspadori, gli azzurri tornano a casa.

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Un’Italia che si sveglia tardi

I primi 45 minuti sono stati un incubo per la squadra di Luciano Spalletti. Dopo aver resistito per mezz’ora, gli azzurri sono crollati sotto i colpi dei tedeschi: prima il rigore trasformato da Kimmich, poi l’imbarazzante dormita difensiva che ha permesso a Musiala di raddoppiare senza opposizione. Infine, il colpo di testa di Kleindienst che ha chiuso un primo tempo da incubo.

Nella ripresa, Spalletti ha provato a scuotere la squadra con due cambi decisivi: l’ingresso di Politano e Frattesi ha cambiato volto agli azzurri. La doppietta di Moise Kean ha riacceso la speranza, alimentando la sensazione di poter compiere un’impresa insperata.

Il rigore negato: un episodio che fa discutere

Ma quando la rimonta sembrava possibile, è arrivato l’episodio destinato a far discutere. Al 28’ della ripresa, con l’Italia in pieno forcing, l’arbitro Marciniak aveva inizialmente assegnato un calcio di rigore per un fallo su Di Lorenzo. Le immagini parlavano chiaro: contatto netto, spinta evidente. Eppure, dopo la revisione al VAR, la decisione è stata clamorosamente ribaltata. Un episodio che grida vendetta e che ha inevitabilmente condizionato l’esito del match.

Un finale amaro e polemico

Nonostante il rigore realizzato da Raspadori in pieno recupero, il sogno della rimonta si è infranto sul triplice fischio. Una beffa crudele per una squadra che, nella ripresa, aveva dimostrato carattere e orgoglio.

Resta l’amarezza per un’eliminazione che lascia dubbi e polemiche. Perché se è vero che l’Italia ha pagato a caro prezzo un primo tempo disastroso, è altrettanto vero che quel rigore negato grida ancora vendetta. Spalletti e i suoi uomini dovranno ripartire con rabbia e determinazione, consapevoli che il destino si costruisce anche superando episodi avversi come questo.

Il futuro passa ora dalle qualificazioni ai Mondiali del 2026: un’altra sfida dura e impegnativa, ma che l’Italia dovrà affrontare con la stessa grinta mostrata nella ripresa di questa tormentata serata tedesca.

 

A cura di Jo D’Ambrosio

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