A MENTE FREDDA (RUBRICA)- Tutte le curiosità su Venezia-Napoli
Approfondimento su Venezia-Napoli
Nella sfida dell’andata il Venezia disputò una gara gagliarda, soccombendo solo nei minuti finali con un gol di Raspadori.
Si è giocata ieri alle ore 12:30 presso lo stadio “Luigi Penzo” la sfida tra i padroni di casa del Venezia e il Napoli, valida per la 29° giornata del campionato di Serie A. I lagunari si sono presentati a questo match in un buon momento di forma, condito da diverse prestazioni di livello, anche se prive di quelle preziosissime vittorie per accorciare le distanze dalla quart’ultima in classifica. I partenopei invece, dopo le ultime due buone prestazioni in casa contro Inter e Fiorentina, hanno ritrovato il loro entusiasmo e una crescente condizione psicofisica. E invece alla fine è proprio il Venezia a fare festa per il buon pareggio raccolto al cospetto di un Napoli spuntato.
Ecco, di seguito, i principali spunti del match:
- Il terzo tempo: nelle analisi del match dobbiamo fermarci ai fatti e non ai personaggi. E i fatti dicono che gli azzurri, dopo un buon primo tempo anche se a fasi alterne, nella ripresa sono entrati in campo male. Stanchi e lenti, rischiando addirittura in un paio di circostanze di soccombere. E’ la terza volta che si sbaglia l’approccio nel secondo tempo. Era successo a Verona e a Como. Il tecnico Antonio Conte non è riuscito a incidere sulla testa dei ragazzi e, a mio avviso, ha aspettato troppo per effettuare i cambi. Tardivi e forse non giusti…
- Lo specialista: dispiace ritornare su un tema toccato già qualche settimana fa, ma è necessario. Perché sui calci da fermo (angoli e punizioni) la prima o seconda scelta sia sempre Matteo Politano. Non gettiamo la croce su nessuno, figurarsi sull’esterno azzurro che si fa un gran mazzo. Però i suoi traversoni sono davvero di bassa qualità da troppo tempo. Lascio perdere l’ultimo angolo, calciato con la lingua da fuori (perché è uscito Spinazzola e non lui). Eppure il tecnico alla vigilia della sfida di Venezia aveva provato a spronarlo. Evidentemente senza successo. Come sembrano lontani gli anni in cui le palle inattive erano sotto la gestione di Insigne e Mertens…
- La manovra orizzontale: il Napoli a Venezia si era presentato in campo col doppio play, che tanto bene aveva fatto nelle precedenti due gare. Eppure stavolta, di fronte all’aggressività dei lagunari, per gran parte del match è stato Gilmour a doversi prendere il pallone all’altezza dell’area di rigore, con Lobotka totalmente fuori fase. Un giro palla stucchevole e davvero lento che ha visto Rrhamani, Buongiorno e Meret toccare un’infinità di palloni senza che la manovra fosse organica e finalizzata a imbeccare le punte. Nonostante tutto, nel primo tempo sono state create almeno quattro occasioni da rete, ma nella ripresa la situazione è peggiorata. Anche gli ingressi di Anguissa, nella versione 2023/24 con una veronica al limite della propria area di rigore e Simeone (altro gol fallito sotto porta) non cambiano lo stato delle cose.
- Il mal di trasferta: proviamo a sciorinare qualche numero sugli ultimi mesi. Il Napoli nelle ultime sette giornate ha raccolto solo otto punti. Nessun infortunio o scarsa condizione di forma ai miei occhi potrà mai giustificare questo andamento da retrocessione. La squadra anche a Venezia non ha fatto per nulla bene e fuori casa la vittoria manca dalla trasferta di Bergamo dello scorso 18 gennaio. Va bene la scarsa forma di alcuni calciatori e il naturale ambientamento dei nuovi arrivati, però è evidente che la difesa a tre sembra proprio non essere nelle corde di questa squadra. E’ corretto schierare le due punte, ma in questo modulo Di Lorenzo e Politano appaiono troppo sacrificati e il Napoli non può assolutamente permettersi di perderli entrambi (ma anche solo uno dei due). La nuova linfa da poter schierare già contro mil Milan si chiamerà David Neres. Sperando che alla prossima gara, col Milan dopo la sosta, sia abile, arruolabile e con una forma decente.
“A mente fredda” è a cura di Marco Lepore
RIPRODUZIONE VIETATA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE