Tardelli parla a Il Mattino: ” Conte non si può più nascondere, avevo predetto ‘Napoli da scudetto'”
«Conte favorito, azzurri d'acciaio»
È stato tra i primi a puntare decisamente sul Napoli di Conte come una delle favorite per lo scudetto. Marco Tardelli, l’eroe del Mundial ‘82 con tanto di esultanza iconica dopo il gol in finale contro la Germania, rilancia e sentenzia. La squadra di Conte resta in assoluta pole position per il tricolore, nonostante una rosa inferiore (almeno sul piano numerico) all’Inter e pur non avendo un bomber come Retegui che invece può vantare l’Atalanta che vuole essere la terza incomoda.
Che cosa ha detto lo scontro diretto del Maradona?
«Ha detto che il Napoli c’è. Come l’Inter del resto: perché se i neroazzurri hanno pareggiato la gara del Maradona significa che restano in piena corsa. La squadra di Inzaghi deve migliorare perché non sta passando un momento eccezionale sul piano del gioco. Mentre il Napoli, che avrebbe dovuto essere in difficoltà, ha dimostrato di avere una rosa numericamente più piccola degli avversari ma ben compatta».
Sarebbe stato lo stesso se avesse vinto una delle due?
«Se avesse vinto il Napoli sarebbe stato un bel segnale. Sul piano psicologico tuttavia all’Inter quel pareggio dà una bella forza».
Così non se ne esce però. Del resto con le prime tre racchiuse in tre punti c’è tanto equilibrio. Inter, Napoli e Atalanta: chi ha il calendario più agevole?
«Io dico sempre il Napoli perché non ha altre partite. Non ha nulla che può distoglierlo. L’Atalanta ha gettato via una grossa occasione: avrebbe dovuto vincere con il Venezia, meritava anche i tre punti. Non mi sembrava però così determinata: diciamo che qualche elemento di qualità ha giocato al di sotto delle proprie possibilità».
Qual è la sua quota scudetto?
«È un campionato strano quest’anno. Poteva esserci una soglia, ma i tanti pareggi delle squadre di vertice hanno mischiato le carte. Certo che con 33 punti a disposizione se chiudi a 90 o giù di li è facile che festeggi. Ma così me la gioco facile (sorride). La verità è che si gioca troppo».
Conte dopo il big match di sabato ha accennato per la prima volta alle ambizioni tricolore del Napoli…
«Certo. Adesso giustamente non può più nascondersi. Adesso è corretto dirlo oltre al fatto di averci sempre creduto. Adesso la sua squadra è una delle maggiori candidate al tricolore. Ma per me non c’è nulla di nuovo: ho sempre detto che il Napoli era tra le favorite, pensando che non avendo altri grossi impegni poteva andare avanti con una rosa anche inferiore rispetto ad altre».
Quanto incideranno invece gli impegni di Champions e Coppa Italia per l’Inter?
«Tanto. Perché onestamente credo che il primo obiettivo dei neroazzurri sia la Champions, per cui il rischio di risparmiare qualche giocatore in campionato Inzaghi se lo prenderà. Poi naturalmente incideranno anche gli infortuni. Come pure la condizione fisica di chi non è al top o può marcare visita. Credo che sarà questo che farà la differenza: forza fisica e psicologica determineranno chi arriverà per primo alla meta».
Anche l’Atalanta non gioca (più) le coppe.
«Però ha qualche punto in meno. Poi naturalmente se Gasperini fa il filotto è capace di tutto…».
Invece di accendere la freccia a sinistra per il sorpasso Napoli e Inter sono in affanno su quella catena. Chi perde di più per gli infortuni?
«Sarebbe facile dire il Napoli per via di una rosa numericamente più esigua. Certo, se Sparta piange Atene non ride: anche all’Inter non si sono fatti mancare le defezioni. Thuram, ad esempio, non ha dato quello che ci si aspettava. Io onestamente credo che possa essere Inzaghi a pagare dazio perché a Conte manca Anguissa e fa comunque bene: si presenta con Gilmour, Lobotka e quel Billing. La verità è una sola…».
Qual è la verità?
«Che il Napoli ha un allenatore come Conte che è molto strutturato per il campionato. Antonio sa come fare e quello che deve fare».
Inzaghi, Conte o Gasperini?
«Tutti e tre bravissimi. Conte ha più conoscenza del calcio internazionale grazie alle esperienze maturate all’estero. Ma Inzaghi e Gasp esprimono un ottimo gioco. Forse quello dell’Atalanta è più rischioso, ma anche il più bello quando gira… E gira spesso. Gasp ha fatto cose importanti anche in passato quando non aveva una rosa all’altezza delle altre».
La corsa scudetto è solo un discorso a tre oppure può rientrare anche una tra la Juve e Lazio?
«La Lazio sta facendo un torneo strepitoso a mio avviso. È la più bella sorpresa del campionato. Francamente però credo che sia quasi impossibile puntare al tricolore con tre-quattro squadre davanti».
Lautaro, Lukaku, Retegui, Kolo Muani: il tricolore passa dai bomber?
«Passa anche da loro. Retegui ha fatto benissimo, Lautaro si era ripreso, Lukaku non è più il goleador di una volta, ma resta determinante per il Napoli. Non è un caso che Conte lo abbia sempre voluto con sé: è un punto di riferimento per la squadra e credo sia destinato a migliorare in questo rush finale».
Inter e Atalanta attacchi stellari, il Napoli invece ha la difesa bunker. Alla fine vince chi segna di più o chi non fa segnare?
«Una volta si diceva che le difese fanno vincere i campionati perché tanto poi davanti un golletto lo fai sempre. Io credo che la verità stia nel mezzo: ci vuole come sempre un certo equilibrio nelle cose e mi sembra che il Napoli lo abbia trovato».
Si sta parlando tanto di arbitri: chi più, chi meno tutti si lamentano.
«Non credo che la soluzione sia quella di inserire la regola degli 8 secondi al portiere per il rinvio: non serve a nulla. Io credo che gli arbitri riescano a capire che devono essere affiancati: ci vuole anche qualcuno che ha giocato a calcio – e non parlo di me perché tanto io non ci posso andare – per capire le cose di campo. Gli arbitri non bastano. Non capiscono se il fallo è volontario o meno, se un avversario voleva fare male o se la mano si muove in una maniera che solo chi è stato in campo può sapere. Eppure parliamo di una classe arbitrale che era tra le migliori al mondo, ma è stata un po’ bloccata dal Var… Ma dovrebbero anche smettere di fare un po’ i presuntuosi. Non sono loro gli attori. I protagonisti in campo sono i calciatori e non gli arbitri. Se fanno i protagonisti non va bene. Si facciano dare una mano».
Billing è entrato, ha fatto gol e quell’esultanza ha ricordato a qualcuno un po’ la sua…
«Era molto felice. Del resto cosa può chiedere di più un ragazzo che parte dalla panchina, entra e realizza un gol pesantissimo. Strutturalmente lo vedo molto forte. Sa di recitare un ruolo da comprimario e vuole dimostrare sempre di esserci».
Fonte: Il Mattino
