Scuffet ritrova Meret a Napoli: storia, percorso e retroscena sull’Atletico Madrid

0
Paradossi della vita. Nel 2015 Simone Scuffet disse no all’Atletico Madrid del Cholo Simeone per restare in Friuli e completare gli studi a due passi da casa. Negli ultimi anni ha vissuto tra Cipro, Romania, Turchia e Sardegna. Insomma, da “cocco di mamma” a nomade del calcio internazionale. Ora il destino di Scuffet (28 anni) si tinge di azzurro. Arriva a Napoli e ritrova l’amico di sempre: Alex Meret. Scrive Il Mattino di Napoli. 

Factory della Comunicazione

La storia
Il percorso di Simone Scuffet si intreccia da sempre con quello del portiere del Napoli. Entrambi nati a Udine, compagni di squadra per la prima volta nelle giovanili del Donatello Calcio, società di Udine ora diventata centro di formazione dell’Inter.

Per la prima volta insieme nella stagione 2006-07, l’unica stagione nella quale Scuffet militava nel Donatello prima di tornare all’Udinese, dove Meret approderà nel 2012 a 15 anni. In quel contesto è nata un’amicizia speciale che li ha portati a rimanere costantemente in contatto. Questione di carattere, questione di origini.

La parabola

Simone debutta in Serie A a soli 17 anni l’1 febbraio del 2014 (con Guidolin in panchina), complice l’infortunio del titolare Brkic. Il giovanissimo portierino sorprende subito tutti per le evidenti doti atletiche e il grande istinto. E infatti l’allora ct Cesare Prandelli lo chiama per uno stage a Coverciano prima degli sfortunati Mondiali brasiliani. Ma di fatto quel bruco non è ancora diventato farfalla. Al centro dell’equivoco su di lui c’è forse il famoso mancato passaggio all’Atletico Madrid nell’estate del 2014, subito dopo le prime esperienze in Serie A. A Scuffet è stato rimproverato di aver appoggiato la decisione dei genitori di fargli concludere le scuole superiori. In seguito Scuffet è tornato sull’episodio: «Non è vero che ho detto di no all’Atletico per finire la scuola. Ho scelto di restare a Udine per l’ambiente. Volevo continuare a crescere lì».

Ma quel no all’Atletico Madrid si rivela la sliding door della sua carriera che da quel momento imbocca una discesa quasi in picchiata. L’anno successivo gli tocca una stagione di panchina, poi la serie B con il Como ma Scuffet non si scoraggia, rientra a Udine e lancia il guanto di sfida a Donnarumma. «Cos’ha più di me? Qualche centimetro, è 1.96, e un po’ di esplosività. Poi è fortissimo: ha reattività a terra e forza esplosiva».

In due stagioni con l’Udinese mette insieme appena 19 presenze tra campionato e Coppa Italia dove è chiuso da KarnezisMusso e perfino dal quarantenne Bizzarri che nel 2017 parte come suo secondo ma finisce con il soffiargli quasi subito il posto da titolare. A gennaio del 2019 così Scuffet cerca fortuna in Turchia e si trasferisce al Kisimpasa, che però lo prende soltanto in prestito. Quindi il giro continua, ancora. Arriva Lo Spezia che scommette su di lui e in Liguria conquista la promozione in serie A da protagonista.

Napoli-Verona, un altro soldout al Maradona

Ma non basta nemmeno quello per fermarsi. Si trasferisce all’Apoel Nicosia nell’estate 2021 e l’anno dopo in Romania al Cluj. Rientra in Italia a Cagliari nel 2023 e ora è pronto per il Napoli. E gli studi? Alla fine comunque il diploma arriverà. «Sono andato alle serali, poi sono tornato nella mia classe. Tesina sulla tassazione sui diritti di immagine dei calciatori: 72 su 100». Il prossimo esame, con il Napoli. Il professor Conte lo sta aspettando, così come il suo compagno di banco preferito: Alex Meret.
Potrebbe piacerti anche
Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.

For security, use of Google's reCAPTCHA service is required which is subject to the Google Privacy Policy and Terms of Use.