Ieri il Napoli ha battuto gli uomini di Palladino al Franchi in un abbondante 0-3 e Pasquale Salvione ha commentato il match sul CdcS:
“Il campionato ha una nuova stella. I segnali erano già arrivati, ora c’è anche la conferma. Il Napoli ha portato in Italia un campione, un funambolo che scatena la fantasia dei tifosi e ubriaca gli avversari. Arriva da San Paolo e ora è l’idolo del Maradona. Grande tecnica, l’arte innata del dribbling, imprevedibile e a tratti immarcabile, un mancino naturale che riesce a segnare gol di destro come quello che ieri ha accecato il Franchi. Fino a qualche settimana fa, Conte lo utilizzava a sprazzi, soprattutto dalla panchina. Al momento giusto, complici anche i problemi di Kvara, lo ha lanciato nella mischia. Ha trovato un giocatore diverso, maturato, disposto anche al sacrificio che chiede a tutti i suoi giocatori. Una crescita in fase difensiva che non gli ha fatto perdere smalto in attacco. Ripartenze, accelerazioni, assist, gol: un repertorio completo che ha quasi offuscato ieri le pesanti assenze di Kvara e Politano.
Il merito è ovviamente di Conte, l’artefice di un girone d’andata chiuso a 44 punti con una media superiore alle prime stagioni azzurre di Sarri e Spalletti. La vittoria di Firenze è la quarta consecutiva e soprattutto certifica una consistenza di gruppo ormai consolidata. Il tratto delineato dall’allenatore è riconoscibile sempre, la capacità di approfittare delle leggerezze degli avversari testimonia quella cazzimma crescente che serve a chi vuole arrivare lontano. Lobotka il solito padrone a centrocampo, Anguissa e McTominay che abbinano qualità e quantità, Rrahmani che si è caricato la difesa sulle spalle senza Buongiorno.
L’esatto opposto di quello che sta succedendo alla Viola, che si è liquefatta nell’ultimo mese. L’ultima vittoria a inizio dicembre con il Cagliari, poi un pareggio e tre sconfitte. Palladino ha provato a cambiare registro contro il Napoli, ma la sua strategia si è rivelata fallimentare. Ha rinforzato la difesa, si è preoccupato di chiudere meglio le fasce, ma ha perso smalto e incisività in attacco. E poi ha pagato a caro prezzo gli errori commessi. Il primo del debuttante Moreno, ingenuo nell’occasione del fallo da rigore su Anguissa, e il secondo di Dodo, troppo leggero nell’azione del tris di McTominay che ha chiuso la partita. Il ripensamento nell’ultima mezz’ora è servito a poco, nelle prossime due sfide con Monza e Torino sarà vietato sbagliare. La Fiorentina non può essere quella dell’ultimo mese”.
Fonte: CdS