Benitez: “Quando torno? Non anticipo nulla… Supercoppa? Manca solo il Napoli”

L'ex tecnico del Napoli ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport, ecco le sue parole

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Nell’edizione odierna della ‘Gazzetta dello Sport’ ha rilasciato una lunga intervista Rafa Benitez, il quale ha parlato del suo futuro, delle sue ex squadre e dei suoi ‘allievi’ Xabi Alonso, Mascherano e Gerrard.
Ecco le sue parole:
In alto il calcio. Rafa, il 2024 è stato l’anno di…?
“Dell’Inter, che ha stracciato il campionato. Dell’Atalanta che ha stravinto la finale di Europa League. Di Ancelotti che ha conquistato l’ennesima Champions League. Del Manchester City che si è imposto di nuovo nella Premier. Di Xabi Alonso e del suo Bayer, che in Bundesliga hanno stravolto i pronostici”.
E il 2025 di chi sarà?
“Dell’Inter che è dominante: sei gol in casa della Lazio, poi tre al Cagliari. Ma anche dell’Atalanta, che pure in Champions sta riempiendo con la sua bellezza. E poi di Ancelotti, che sa cosa fare e come farlo, dopo aver superato le difficoltà recenti. E penso, infine, al Liverpool”.
C’è subito, a Riad, la Supercoppa italiana.
“C’è la crema del calcio italiano, manca solo il Napoli. Inter-Atalanta è una semifinale di lusso, giocano le squadre che con gli azzurri stanno dando uno strappo alla A: non si sta lassù per caso, con 41 e 40 punti. Saranno loro a giocarsi lo scudetto ma è ancora presto per sbilanciarsi: sulla carta, leggendo gli organici, i campioni d’Italia hanno qualcosa in più ma la sfida promette divertimento”.
Uno show annunciato…
“Lautaro ha ritrovato il gol, Thuram non l’ha mai perduto, Barella è un centrocampista di spessore internazionale, Calha raffinato regista e potrei continuare ancora. Peccato che nell’Atalanta non ci sia Retegui ma Gasperini ha sempre le soluzioni sorprendenti e vedo che De Ketelaere è esploso al fianco di Lookman, creando un tandem micidiale”.
Per lei è una finale anticipata, par di intuire.
“Quella che uscirà vincente da Inter-Atalanta avrà qualche chance in più di prendersi la Supercoppa. Lo suggerisce l’andamento di questi mesi”.
Il Milan ha deciso di cambiare: via Fonseca, Conçeicao già ha diretto un allenamento.
“Un esonero lascia sempre in noi allenatori un pizzico di malinconia. Ma questo è il calcio. Leggendo da lontano, mi sembra che la decisione fosse nell’aria: insolito a pochi giorni dalla Supercoppa”.
La Juve non sa (più) vincere.
“I programmi a media-lunga scadenza hanno bisogno di mesi. È chiaro che per un club e un ambiente abituato a essere protagonista, questa situazione lascia un sapore amaro. Ma bisogna credere in ciò che si fa. Certo, diventa una partita strana ora, però Juve-Milan è una classica e va guardata”.
Supercoppa che lei vinse a Doha.
“Ai rigori, in una serie infinita, contro la Juve. 1-1 al 90’ e 2-2 dopo i supplementari, doppiette di Tevez e di Higuain, uno spot per il calcio. Una soddisfazione che mi fa compagnia ancora oggi”.
L’Inter e il Napoli sono parte della sua Italia.
“Una sta portando avanti un percorso importante con Inzaghi, al suo quarto campionato: ci arriva con il titolo e con il ricordo della finale Champions del 2023. Conte ha appena riavviato il Napoli, l’ha trovato in difficoltà per 10o posto, però ha avuto al fianco De Laurentiis che ha investito per l’Europa”.
Non per lusingarla, il Leverkusen del suo allievo Xabi Alonso ha rappresentato una svolta. E in giro per il Mondo ci sono Mascherano e Gerrard…
“C’è tanto del mio Liverpool, sei anni che restano indimenticabili, e come loro allenatore non posso che esserne fiero. Hanno idee, portano il proprio vissuto. Uno in Europa, uno negli States con l’Inter Miami e uno in Arabia”.
E il Maestro continua a studiare: a Coverciano è uscito con l’applauso degli allievi al Master.
“È necessario aggiornarsi, il football è in continua evoluzione, non solo regolamentare. Le stagioni, ora, sono più piene, la Champions è arrivata a otto gare iniziali, per dirne una; ci sono le cinque sostituzioni; il Var che ripulisce dagli errori”.
E la ripartenza dal basso che non la fa impazzire.
“Che è utile, ma senza esagerare. Si è sempre proceduto con il palleggio e ora che si può iniziare già nella propria area di rigore a volte si azzarda. Ecco, quando diventa una moda, un esercizio dimostrativo, allora penso che ci sia qualcosa che non vada”.
Ha introdotto l’intelligenza artificiale nel suo macro universo.
“Il primo computer che avevo era enorme e però utile: ebbe una sua funzione così come lo hanno quelli di oggi. Non possiamo chiuderci nelle nostre conoscenze, abbiamo bisogno di aprirci e lo fanno in tanti, i giovani allenatori ma anche quelli più avanti con l’età”.
Il mistero, per lei, è il City.
“Non è mai giusto avventurarsi nelle situazioni, dall’esterno non si ha percezione di cosa possa essere accaduto. E di un club che ha vinto tutto e tanto, non si può che restare ammirati”.
Scusi, Benitez, quando torna in panchina?
“Per riservatezza, non anticipo nulla. Quello che ancora sto imparando e che aggiungo alla esperienza di trent’anni può tornare utile a breve, club o Nazionale che sia. Come si dice? Il futuro è adesso”.

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