ESCLUSIVA – Ciro Troise: “Il ruolo sociale dell’Arci Scampia non ha eguali. I giovani devono vivere il calcio con spensieratezza!”
Ciro Troise, giornalista del Corriere del Mezzogiorno e direttore di I am Naples, ha rilasciato un’intervista esclusiva ai microfoni de ilnapolionline.com in occasione del II Memorial Alessandro Sacco, andato in scena nella cornice dell’Arci Scampia nella giornata di sabato 28 dicembre.
Il tuo parere in merito a questa iniziativa.
“E’ una bellissima iniziativa perché unisce due mission che hanno una cosa in comune. Oltre ad essere una realtà del territorio, l’Arci Scampia contribuisce a far tanto per una zona particolare di Napoli, le cui caratteristiche la rendono – purtroppo – quasi unica in Europa, portando gioia, socialità, passione per lo sport ed il gioco del calcio, trasmettendo inoltre il rispetto delle regole, l’educazione. Tutti valori di cui era dotato Alessandro e per i quali si era innamorato del calcio giovanile e femminile, raccontati e portati avanti con grande passione fino all’ultimo istante della sua vita”.
Da queste occasioni possono sbocciare i campioni del domani, pronti anche a calcare campi più prestigiosi?
“Certo, l’occhio dev’essere sempre attento a cogliere potenziali talenti. Tuttavia, credo che alla base di questa manifestazione vi sia una radice più profonda. Spesso si dice che uno su mille ce la faccia a fare il grande salto, ma nella statistica del calcio attuale è anche poco perché la competitività si è allargata a dismisura considerato il gran numero di stranieri provenienti da ogni parte del mondo. Solo un ventennio fa, chi avrebbe mai pensato che un georgiano (Khvicha Kvaratskhelia, ndr) conducesse il Napoli alla vittoria dello scudetto? Ciò che conta è far emergere la figura dell’uomo e della donna da simili eventi con i propri valori umani. Chi non ha la fortuna di affermarsi, deve comunque far tesoro di queste esperienze: serviranno loro per tutta la vita”.
Quale messaggio vuoi lanciare a questi ragazzi e a chi è affamato di calcio?
“Questi ragazzi devono anzitutto divertirsi e non avere l’ossessione del risultato ad ogni costo perché a quell’età non ha alcun senso. Il consiglio che vorrei dar loro è quello di vivere ogni allenamento, ogni partita, con il gusto di divertirsi e vivere il gioco del calcio con spensieratezza, senza farsi ingabbiare da schemi e allenamenti. E’ fondamentale che ci si diverta!”.
Intervista a cura di Riccardo Cerino