Approfondimento – Arriva la tradizione ed ora…tutti a tavola!

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Natale vuol dire tradizione, Natale vuol dire, anche, gastronomia, Natale vuol dire…tutti a tavola! Come ogni anno, a Napoli, per queste festività natalizie, vigono delle “regole” ben precise, da rispettare. L’arte culinaria è una cosa seria e, soprattutto in occasione del trittico 24-25-26 dicembre, non è possibile scherzare, perchè tutto sia pronto, in tutte le case si comincia a cucinare già dalla notte…quella prima della Vigilia! Molte famiglie sono particolarmente legate ai riti del 23 notte, per esempio, quella di andare tutti insieme al mercato del pesce per acquistare ciò che servirà per il giorno seguente. E’ un momento di aggregazione e divertimento che dà inizio alle danze dei giorni a venire. Quello più frequentato è sicuramente il mercato del pesce a Pozzuoli, cittadina ittica per antonomasia. Solitamente, siccome tutti sappiamo che la sera si mangerà molto, a pranzo, il 24, ci si tiene leggeri…“si fa per dire”! Infatti, si é soliti consumare un pasto frugale, come una pizza a portafoglio o la mitica pizza di scarole. Per quanto riguarda la cena, il menù è a base di pesce, differentemente da quello del 25 che sarà interamente a base di carne. E’ molto ricco e si articola in questo modo: si parte dall’antipasto sino ad arrivare ai dolci. Gli antipasti sono ricchi e variegati, con piatti come il polpo all’insalata, le alici marinate e l’insalata di cavolfiore (e non solo), che i partenopei chiamano “insalata di rinforzo”. Si tratta di un piatto allegro e colorato che rappresenta la gioiosità del popolo napoletano. Il primo piatto della serata è quasi sempre rappresentato dagli spaghetti alle vongole, con un semplice soffritto di aglio, olio e prezzemolo. I secondi piatti della vigilia sono quelli che davvero esprimono la ricchezza della tradizione partenopea: il capitone e il baccalà fritto, poi si continua con gamberoni, pesce al forno e, volendo, frutti di mare. Contorni come se piovesse, con broccoli, friarielli e scarole, frutta secca a volontà, noci, nocciole,  noccioline, arachidi, pistacchi ecc. Accanto ai piatti salati, la tradizione dei dolci napoletani è un capitolo a sé. Abbiamo gli struffoli, i roccocò, i susamielli, i mostaccioli ed infine, seppure non facciano parte della tradizione “indigena”, pandori e panettoni, da aprire a fine cena, dopo aver mangiato già tutti gli altri dolci! Mi raccomando, se siete ospiti di una famiglia partenopea per Natale, mettete da parte la dieta. Per un’alimentazione sana e bilanciata se ne riparlerà il 7 gennaio. Perché è vero che l’Epifania tutte le feste se le porta via, ma ai chili di troppo, ahimè, ci dobbiamo pensare da soli ed occorrerà di sicuro un po’ di più!

Factory della Comunicazione

Ludovica Raja
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