Come si legge dall’edizione odierne del giornale Il Mattino, l’altro Napoli, quello che allena a Castel Volturno il Napoli dei titolarissimi che poi la domenica scende in campo in campionato, andrà all’assalto della Lazio e dei quarti di finale di Coppa Italia che, l’ultima volta, gli azzurri hanno giocato ben tre anni e mezzo fa. Antonio Conte non pensa di far entrare nelle mura dell’Olimpico un cavallo di Troia apparentemente innocuo. Per prima cosa, perché pure Baroni farà un turnover massiccio con la sua Lazio. E secondo, perché è convinto che così riserve, alcuni dei suoi azzurri, non lo sono. C’è parte consistente della sua rosa che lui continua a considerare per nulla perduta alla causa del campionato: come Raspadori, Spinazzola, Gilmour, Neres, magari anche Simeone. Il primo posto nasce dalla convinzione di Conte che, vista l’affidabilità trovata, cambiare assetto tanto per farlo non avrebbe senso, anzi sarebbe controproducente. E allora ha deciso di andare avanti a oltranza. Ma domani è diverso: la Coppa Italia torna a essere coppetta. Anche per Conte. E così via libera all’altro Napoli, quello che «allena i 10 azzurri titolari ogni giorno». Non deve essere una bella sensazione, ma cose si fa, visto il primo posto in campionato, a dire che Conte sta facendo le cose errate?
Giocano poco, pochissimo. Giocano solo quando si fa male uno degli intoccabili. E questo succede grazie al lavoro di prevenzione degli infortuni dello staff tecnico e medico. Motivo per cui, anche perché domenica c’è il vero Napoli-Lazio, quello in serie A, via libera alle squadre B, senza che nessuno si senta offeso. D’altronde, non è un caso che tra “gli altri” quelli che hanno giocato di più sono stati Gilmour e poi anche per Caprile. Per intenderci, Lobotka in campionato è quello “dei titolari” meno impiegato per un totale di 821 minuti in campo. Dopo di lui, il primo delle riserve è proprio Gilmour, con 395 minuti.
Un abisso, una fossa delle Marianne. Non è questione di poco conto. Domani sarà la volta di Raspadori e Simeone, nuovamente insieme dal primo istante: ebbene, hanno giocato 240 minuti e 219 minuti in queste prime 14 gare di campionato. Praticamente degli spiccioli. Come giocherà? 4-3-3 o 4-2-3-1 o magari anche con il ritorno alla linea a 3, perché c’è pure da dare spazio a Zerbin (al posto di Di Lorenzo) che con Conte è sceso in campo appena 34 minuti e non gioca titolare dal maggio scorso. Se non è un esame per Marin poco ci manca: anche perché è tempo di capire su chi contare e chi no. Sarà uno dei quelli che griderà “io ci sono”? Di sicuro non ha bisogno di essere testato Juan Jesus che dovrebbe far coppia con Marin.
Il destino del brasiliano è segnato, a gennaio deve trovarsi una sistemazione. Ma intanto, se gioca, sarà lui il capitano. Per anzianità. In cuor suo, davvero Conte spera di trovare un altro Napoli. L’esperimento di Coppa Italia con il Palermo non ha avuto effetti disastrosi e spera che domani arrivino le stesse indicazioni. Anche perché questo gli impedirebbe di andare a caccia di calciatori a gennaio.
Cosa mai semplice. Non è una partita sostanzialmente inutile, non solo perché arrivare in fondo in Coppa Italia porta in dote sempre almeno una ventina di milioni di euro (compresa la quota per la partecipazione alla prossima Supercoppa Italiana) ma anche per vedere all’opera qualcuno di diverso dai soliti noti. Poi, è vero, c’è da parte di Conte la necessità di portare in clima agonistico calciatori in panchina per troppo tempo (come Marin, Zerbin, Jesus, Folorunsho, Ngonge e così via). E poiché Conte ama stupire, anche il piano per la trasferta è speciale: partenza in treno solo domattina, attorno alle 10,30 e rientro il venerdì sempre in mattinata. Inutile stressarsi con ritorni nel cuore della notte. Conte ordina. E tutti si mettono in riga.