Non c’è solo Buongiorno, già investito da Conte dei gradi di “capitan futuro” in questo Napoli che guida il campionato di Serie A. Il tecnico, per cinque anni con la fascia alla Juventus, sa di poter contare su una discreta montagna di personalità. D’altronde, chi meglio di don Antonio sa annusare i leader? In quella Juve aveva un allenatore che sarebbe diventato campione del mondo (Lippi) giocava con al fianco un centrocampista che sarebbe diventato, a sua volta, un allenatore campione del mondo (Deschamps). Scrive Il Mattino.
E lì nel mezzo c’era pure uno come Zidane (tre Champions di fila e un Mondiale in campo). E non per caso, Conte è diventato Conte. Non c’è solo Di Lorenzo, l’erede di Insigne, ma anche Rrahmani, Lukaku, Lobotka e Anguissa (in realtà vice) che sono i punti di riferimento delle rispettive nazionali. «Oh, capitano! Mio capitano!». Ci sono squadre intere disposte a salire sui banchi, come nell’immortale scena dell’«Attimo fuggente».
Il Napoli ne ha una montagna. Questo Napoli ha un’arma in più nella rincorsa alla Champions: gente che comanda, che sa cosa dire, quando dirlo. Ecco perché Lobotka non rinuncia neppure alla partita (inutile) con l’Estonia in Nations League, facendo per certi versi arrabbiare il club azzurro: perché giocare, da capitano, con la Slovacchia, da successore di Marek Hamsik, deve essere qualcosa a cui si fa fatica a fare a meno. Anche se poi si corre qualche rischio, soprattutto se si è reduci da 20 giorni di stop muscolare. Ma tant’è. Si è leader anche per questo: per dare l’esempio.