Conte aveva letto e riletto la classifica 2023-2024 prima di firmare il contratto triennale con De Laurentiis. E quei “meno” lo avevano impressionato, al punto che li ricordò nel giorno della presentazione sul palco del Teatro di corte a Palazzo Reale il 26 giugno. «Ci sono stati 41 punti di distacco dall’Inter e 22 dal Milan: dobbiamo stare zitti e pedalare, dunque niente illusioni». Il nuovo allenatore del Napoli spense così facili entusiasmi quel pomeriggio. La squadra è stata zitta e ha pedalato in tre mesi, dallo 0-3 a Verona all’1-1 al Meazza con l’Inter. Dodici partite, il primo posto conquistato e difeso con il cuore, subendo una sola sconfitta contro una big: altro 0-3 dall’Atalanta, riscattato da una prova di carattere in casa dei campioni in carica.
Da quel decimo posto, con 53 punti, è ripartito Conte. E chissà quante volte ha ricordato ai giocatori il piazzamento a dir poco deludente dello scorso campionato. Alla vigilia della trasferta in casa del Milan il tecnico aveva dichiarato: «Ci hanno dato 22 punti di distacco…». Lukaku e Kvara si accesero e piegarono i rossoneri. Il ritardo più ampio rispetto all’Inter: 41 punti. Rilevanti anche quelli dalla Juve (-18) e l’Atalanta (-16). Conte non si accontenta di queste vittorie di tappa, del vantaggio di uno o due punti: bisogna alzare le braccia al traguardo. Si legge su Il Mattino.
Ed ecco perché c’è il continuo richiamo a quanto è accaduto nello scorso campionato e anche a quel cartello “lavori in corso” che Antonio non vuole ancora togliere dal cancello di Castel Volturno perché ci sono meccanismi da perfezionare nel Napoli, ad esempio in attacco, dove la coppia Lukaku-Kvara è ancora intermittente. Diverso il discorso in difesa, dove Buongiorno ha rafforzato il reparto dopo una stagione di continui sbandamenti. È stato l’acquisto più costoso (36 milioni) e anche quello che ha inciso di più sul rendimento della squadra. Se ne è accorto pure Spalletti, che nelle ultime due partite ha schierato l’ex capitano del Torino – designato da Conte come erede della fascia di Di Lorenzo – da titolare in Nazionale.
Eliminare tutti i gap rispetto alle squadre che lo avevano preceduto in classifica, dal -41 dall’Inter al -7 dalla Fiorentina, ha consentito al Napoli di aumentare l’autostima. Di credere nuovamente in se stesso e nella possibilità di riattivare quel percorso virtuoso che per 14 anni gli ha consentito di partecipare alle coppe europee. È quello l’obiettivo indicato in ordine cronologico da Conte (durante le interviste estive), De Laurentiis (con un comunicato prima dell’ultima trasferta a Milano) e Manna (nel convegno di ieri a Roma) per non sovraccaricare di responsabilità la squadra e per non accendere l’ambiente, che sta sostenendo con calore e senza pressione il Napoli. I conti, intanto, tornano.
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