Cori e urla all’indirizzo di Lukaku, ma sono i numeri in campo ad essere stati impietosi

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Ancora una volta la presenza di Romelu Lukaku non ha inciso nella gara, che stavolta ha riguardato l’Inter al Meazza per la dodicesima giornata di campionato di Serie A. L’attaccante ha vestito nelle scorse stagioni la maglia nerazzurra, ed è arrivato da ex allo stadio di Milano, accolto come previsto da cori e urla, come sottolinea il Corriere dello Sport. “La partita di Lukaku è cominciata com’era lecito aspettarsi. San Siro lo ha accolto al suono di “Lukaku uomo di m” e cori sulla signora che lo ha partorito. Romelu non si è scomposto. È un professionista vero. E poi per lui non era la prima volta. Era rimasto più frastornato lo scorso anno quando arrivò a San San Siro con la maglia giallorossa. Certo le statistiche sembrano impietose: ventuno palloni toccati, uno solo nell’area avversaria e zero tiri in porta. Ma non è da questi particolari che si giudica un giocatore. Il coraggio Romelu l’ha avuto. Così come ha avuto l’altruismo. La fantasia, per terminare i riferimenti di De Gregori, quella non gli appartiene.

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Ha cominciato il match dandosi il cinque con Lautaro. Non era nel vivo del gioco ma dava sempre l’idea di essere un felino pronto a scattare. Nel primo tempo è stato un altro calciatore rispetto a quello annullato sette giorni fa dall’atalantino Hien. Al 15° si è reso protagonista di una pregevole sponda al volo che poi ha porta al tiro strozzato di Kvara. Al 19°, a proposito di coraggio, se n’è fregato dei fischi assordanti e si è involato uno contro cinque. Ovviamente ha perso il pallone ma è stato un segnale. Due minuti dopo, ha conquistato fallo a centrocampo. Forse l’unico conquistato in tutta la partita. Se ne percepiva la presenza e la sentiva soprattutto Acerbi. Il pallone migliore glielo ha servito Calhanoglu al minuto 36. Lui si è involato e ai 25 metri è stato un po’ a pensare se tirare o servire Kvara con la classica imbucata. Ha scelto la seconda soluzione ma ci ha pensato Acerbi a togliere il pallone dai piedi del georgiano.
Nella ripresa, invece, è stato un altro film. È stato sempre anticipato da Acerbi. Una volta. Due. Tre. Quattro. Il difensore ex Lazio lo ha fermato anche da terra al 69°. Conte lo ha richiamato. Voleva da lui più pressing ma il belga non ne aveva più. E al 77° lo ha tirato fuori. È finita con gli stessi cori con cui era iniziata.
È difficile giudicare la partita. Gli interisti possono gongolare pensando che non tornerà più quello di prima. Ma anche i tifosi del Napoli possono essere soddisfatti. Soprattutto nel primo tempo si è visto l’attaccante che Conte ha fortemente voluto. Può solo migliorare. San Siro era uno scoglio importante per il Napoli e per Romelu. L’esame è stato superato. Ora c’è la sosta e dopo due defezioni di fila Lukaku in Nazionale ci andrà. Ce lo troveremo contro giovedì sera in Nations League. Come ha detto il ct Tedesco: «Non ho mai dovuto convincere Romelu a giocare in Nazionale, nemmeno questa volta»”.
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