Quel no al Milan – Dopo il primo scudetto il suo manager Coppola incontrò Berlusconi: ma lui rifiutò

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C’è un profondo amore di Napoli verso Maradona, anche a quattro anni dalla sua morte, come confermano gli eventi previsti mercoledì 30 ottobre, il giorno in cui Diego nacque nel 1960.

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E non c’è da sorprendersi perché al di là delle vittorie, dagli scudetti alla Coppa Uefa, c’è stato un sentimento forte e vero da parte del Diez verso questa squadra e questa città. E lo conferma anche una storia di mercato raccontata dal Pibe nell’autobiografia scritta con il giornalista argentino Daniel Arucci. Nelle pagine di “Yo soy El Diego” c’è la vicenda del rifiuto al Milan, il potentissimo Milan di Berlusconi, nel novembre dell’87, pochi mesi dopo il primo scudetto vinto dal Napoli e all’inizio del confronto tra gli azzurri e i rossoneri per il titolo, che sarebbe stato poi vinto da Sacchi col suo Trio d’Olanda.

Era stato il procuratore Guillermo Coppola ad incontrare Berlusconi negli uffici di Milano 2. E l’offerta era davvero allettante, con 5 milioni di dollari a stagione fino al 1993. E tutta una serie di bonus, compresi i compensi per partecipazioni televisive sui canali del Gruppo Fininvest e l’appartamento nel cuore di Milano. Impossibile da rifiutare. Ma non per Maradona, che rimase scosso quando nell’appartamento di via Scipione Capece il manager dal sorriso furbo e dai capelli ricci gli illustrò la proposta di Berlusconi. Diego rifiutò. Per amore dei napoletani. «Lo dissi anche a Berlusconi. Se accettassi dovremmo andarcene tutti e due dall’Italia: lei perderebbe i suoi affari perché i napoletani le romperebbero le palle tutti i giorni e io avrei una vita impossibile». Diego disse no senza pensare alla differenza di stipendio rispetto al Napoli. «I napoletani li conoscevo e sapevo che avrebbero dato la vita per me».

Il calcio era questo, ai tempi di Maradona.

 

Fonte: Il Mattino

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