A volte ritornano. Lui è tornato, forse non se ne era mai andato, ma la possibilità c’è stata. Giovanni Di Lorenzo è di nuovo al centro del villaggio, quello chiamato Napoli, e gli azzurri, squadra, tifosi e società, hanno di nuovo il capitano. La storia è cambiata…Scrive il CdS: “In cinque mesi precisi la storia è cambiata dalla prima all’ultima parola: dai fischi tremendamente ingenerosi del 26 maggio con il Lecce agli applausi (che sanno anche di mille grazie) del 26 ottobre con il Lecce. […] Di Lorenzo, l’uomo con la fascia al braccio, ma anche uno degli alfieri della squadra per una militanza prolungata dal 2019, è l’emblema della rinascita azzurra: personale e collettiva. Il gol con cui sabato ha regalato il settimo successo in campionato, il quinto su cinque esibizioni al Maradona, ha un valore profondamente simbolico: lo ha segnato in casa e lo ha dovuto segnare due volte lottando contro fuorigioco, Var, portiere e Krstovic sulla linea, ma alla fine ce l’ha fatta. Ha spaccato il muro avversario e una partita che stava cominciando a diventare seriamente complicata, e ha permesso al Napoli di consolidare e migliorare il primato in classifica. Dalle lacrime nascoste con il Lecce a maggio, al sorriso con il Lecce sparato in faccia al futuro. C’è ancora un capitano. E che capitano.”