Conte – Il confronto con gli allenatori dei tre scudetti azzurri, ne parla Gianni Improta

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«Come Mazzone»

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Carlo Mazzone, allenatore del Napoli per sei partite tra campionato e Coppa Italia nella stagione 97-98, non è passato qui alla storia. Ma ebbe il coraggio di dimettersi quando capì che quella squadra avrebbe faticato a salvarsi: e infatti retrocesse con 14 punti.

«Quel suo gesto fece capire di quale pasta era fatto l’uomo. Io conoscevo bene Mazzone perché lo avevo avuto come allenatore a Catanzaro. Ed è Mazzone quello a cui avvicinerei Conte»,

dice Gianni Improta, il Baronetto di Posillipo, lo stile trasferito dal campo ai dibattiti televisivi.

«La personalità di un uomo come Mazzone o Conte fa presa sui giocatori: capiscono che possono fidarsi di quell’allenatore. L’impatto di Antonio sullo spogliatoio del Napoli, dopo i tanti problemi della passata stagione, è stato positivo ed ecco perché sono arrivati subito i risultati»

Improta, all’inizio degli anni 80, giocava a Lecce, la città di Conte. «Quando ci siamo incontrati nel ritiro di Castel di Sangro mi ha detto che faceva a quei tempi il raccattapalle allo stadio di Via del Mare. Antonio ha cominciato a fare l’allenatore circa venti anni fa e io allora ho iniziato a seguirlo, incuriosito da quanto mi raccontava Giampiero Ventrone, che era stato il preparatore atletico della mia Puteolana. Era un collaboratore di Antonio e diceva che avrebbe fatto strada anche da allenatore».   Fonte: Il Mattino

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