Conte non è il tipo che ama accarezzare la pancia del tifoso con proclami, promesse e dichiarazioni d’amore: non finge di essere nato con i colori dell’ultima squadra allenata addosso. Come in quella vecchia pubblicità, lui non regala sogni ma solide realtà. Quando passò all’Inter, dopo una vita alla Juve, spiegò: “Non nasco nerazzurro ma darò tutto per l’Inter, difendendola contro tutto e tutti”. Lo stesso sta facendo a Napoli. La forza di Conte è di restare sempre se stesso: alla vigilia della gara contro la Juve ha ricordato la sua storia bianconera con orgoglio, ma poi ha fatto di tutto per vincere. Si chiama professionalità. Conte è un freddo analizzatore di progetti calcistici, però nella scelta di accettare il Napoli ha pesato anche il calore di una tifoseria innamorata del calcio. Antonio è un mix atipico: un uomo del Sud, con una mentalità del Nord. Le radici salentine restano fortissime e il sangue nelle vene è sempre caldo, ma una vita calcistica a Torino e le esperienze da tecnico con Juve, Inter e squadre inglesi hanno rafforzato il suo credo nel lavoro, nell’ordine e nell’organizzazione capillare di ogni aspetto. L’arte di arrangiarsi non fa parte del suo percorso e questo è un contraltare benefico per il Napoli. Si sta però abituando in fretta al calore della città. A Torino dove vive la famiglia è già tanto se qualcuno lo disturba per un selfie. A Milano nei giorni successivi allo scudetto con l’Inter faticò a trovare un ristorante che lo accogliesse in orario di chiusura. A Napoli invece quando al mattino esce di casa si ferma il traffico. Colore e follia di una città meravigliosa e fuori dagli schemi. L’idea di poter vincere subito qui rappresenterebbe non solo l’ennesimo grande traguardo raggiunto, ma anche una rivincita su Juve e Milan, i club che hanno cambiato allenatore ma non hanno bussato alla sua porta nonostante fosse il preferito dai tifosi. Di certo riportando lo scudetto a Napoli sarebbe travolto da un entusiasmo mai visto prima.
Fonte: Gazzetta