Il lavoro di Conte e quel “amm’ fatica”

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Di intuizioni vere Conte ne ha avute tante e tutte azzeccate. A partire proprio da Oriali. Prima di firmare ha preteso nel suo staff il suo fedelissimo ai tempi della Nazionale e dell’Inter. L’uomo che sa risolvere tanti problemi all’interno dello spogliatoio, gestendo uomini e situazioni. Oriali è il dirigente ideale, vicino al tecnico, che spesso le società non hanno. E così Conte se l’è portato da… casa. Quindi il mercato. Per l’attacco il suo centravanti: Lukaku “che in A sposta gli equilibri” e per lui farebbe di tutto. In difesa un nuovo leader: Buongiorno, visionato tante volte a Torino durante il suo anno sabbatico. Sull’esterno la fantasia di Neres che con i suoi strappi, assist e senso del gol sa essere decisivo anche a partita in corso. Infine a centrocampo i due colpi last minute dalla Premier che se non fossero arrivati, allora sì, sarebbero sorti problemi seri: Gilmour e McTominay che hanno completato numericamente il reparto e permesso anche di cambiare modulo dal 3-4-3 al 4-3-3. Soprattutto lo scozzese ex Manchester ha aggiunto qualità, inserimenti e capacità realizzativa giocando a volte quasi al fianco di Lukaku. Ma Conte prima di chiedere a De Laurentiis le pedine per salire di livello aveva voluto studiare la rosa in ritiro e pesare i tanti costosi acquisti dell’anno precedente che non avevano reso. Del gruppo ha salvato il solo Ngonge, tagliando tutti gli altri. A dimostrazione di quanti errori di valutazione siano stati commessi la scorsa stagione.

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Appena arrivato Conte ha avvertito: “Dobbiamo faticare” e per farsi capire meglio lo ha detto in napoletano “Amm’ faticà…”. Un concetto apparso ancora più vero dopo la prima di campionato persa a Verona: un 3-0 che lo ha portato a chiedere scusa ai tifosi a fine gara. La doccia fredda lo ha fatto lavorare ancora di più sulla psicologia dei suoi ragazzi ancora fragili. E loro partita dopo partita hanno preso coraggio, applicato i principi di gioco e dato continuità alle prestazioni ottenendo 16 punti in sei partite con 14 gol fatti e 2 subiti. Il primo step ora è stato fatto, la sosta arriva nel momento giusto per godersi i risultati iniziali e pensare al prossimo ciclo: dopo le sfide abbordabili con Empoli e Lecce ci saranno quelle più complicate contro Milan, Atalanta e Inter con due trasferte a San Siro che chiariranno ulteriormente le ambizioni.
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