Intervista de Il Mattino: «Rino Marchesi venne a vedere l’amichevole della Primavera contro una squadra di Promozione: feci tre gol. Chiese a Mariolino Corso: «È pronto, secondo te?». E il mister disse: «Se non è pronto lui…». Dici Como e piombi al maggio del 1981, quando il pomeriggio di quella domenica venne scosso da un urlo «Palo! Palo!».
Era il gol a trenta secondi dalla fine di Francesco Palo da Montercorvino Rovella che a 20 anni si ritrovò in cima al mondo. «Era la giornata del gol annullato a Turone, ma mi ritrovai sulla copertina del Guerin Sportivo: l’eroe del campionato». Ora è proprietario di alcuni caseifici a Battipaglia.
Palo, cosa ricorda di quel Como-Napoli?
«Le parole di Castellini nello spogliatoio: “vedrai che adesso viene il difficile, perché adesso non potrai più sorprendere nessuno”. E aveva ragione. La domenica dopo, contro la Juventus, i bianconeri mi aspettavano al varco: prima Prandelli e poi Verza mi colpirono durissimo. Per una vita, mi ero convinto che fosse stato l’intervento dell’ex ct a rompermi i crociati, invece solo adesso che, 40 anni dopo, ho voluto rivedere quel Napoli-Juve, mi sono reso conto che forse è stata la botta di Verza».
Perché, non se ne accorse?
«Avevo vent’anni, giocavo davanti a 100 mila persone la partita che forse poteva riaprire il sogno dello scudetto. Capii quello che era successo dopo il 90’. E pensare che Marchesi mi aveva anche già detto che a Udine sarei stato titolare. Ma rividi il campo un anno dopo».
Una carriera lunga… 55 minuti?
«Sì, così. Como resta un momento indimenticabile, un sogno, ma anche un rimpianto. La notte rivedo spesso quel mio movimento: attacco il primo palo, come fin da piccolo mi aveva insegnato il mio maestro, Salvatore Apadula, aspetto l’errore del portiere sul tiro di Celestini. E faccio gol».
Cosa è stato per lei quel gol?
«Nei momenti un po’ tristi, lo rivedo: ce l’ho sul telefonino. A volte penso, che non sono neppure io. Ero forte, capocannoniere nell’anno dello scudetto Primavera, con Nuccio eravamo una coppia magica. Marchesi ci faceva allenare con la prima squadra e poi la domenica andavamo a giocare con la Primavera. Ma a Como, si erano fatti male prima Capone e poi Speggiorin: a 30 minuti dalla fine, entro al posto di Musella. Riaccendiamo la speranza di milioni di napoletani, dopo che al San Paolo c’era stata la sconfitta con il Perugia e il pareggio con la Fiorentina. Ricordo il premio: 1 milione e 850 mila lire».
Questo Napoli cosa può fare con il Como?
«Se recupera Lukaku, io sono convinto che questa squadra sia persino più forte di quella di Spalletti. E poi anche le riserve, quelli come me, mi sembra siano fortissime: Raspadori, Simeone e Neres possono avere un ruolo chiave, l’attimo fuggente che ho avuto io».
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