Il giornalista Antonio Giordano scrive così del Napoli di Conte sulle pagine de “La Gazzetta dello Sport”:
“In un mese e mezzo ricco di accadimenti, Conte è uscito dai luoghi comuni, ha rimosso il cosiddetto «feticcio» del 3-4-2-1, s’è adeguato alla vocazione di un Napoli che ha tante anime e che però ha dimostrato di privilegiare quella che l’ha accompagnato nell’ultimo decennio o giù di lì:
avendo percorso vari sentieri tattici, e potendosi permettere di starsene in laboratorio ad elaborare formule alternative, con la Juventus ha buttato via il suo decennale status e si è riappropriato delle proprie certezze d’inizio carriera.
Ma la svolta, che pure i risultati raccontano in maniera indiscutibile (quattro vittorie e un pareggio negli ultimi cinque appuntamenti, archiviati chiudendo la porta in quattro circostanze e segnandone quattordici), è nell’atmosfera festosa di questo (e di questa) Napoli che s’incammina con i suoi cinquantamila verso il Maradona per starsene allegramente in questa era nuova, la chiamano quella de «il Contismo», per niente filosoficamente antitetica alla Grande Bellezza e semmai alternativa o diversa.
Dentro, c’è tanto del terzo scudetto, con il Monza i sette undicesimi per l’assenza di Meret; poi tracce di un’organizzazione che si esprime a modo suo, dipende dallo scenario d’una partita, dalle insidie che presenta, dalle urgenze di cui ha bisogno per tornare tra le stelle. Perciò vota Antonio”.