Il Napoli, che ha affidato la ricostruzione a Conte e ha cambiato mezza squadra, a partire dal suoi centravanti. Perché tra Osimhen e Lukaku c’è una grande differenza. E non c’entra il valore, perché stiamo parlando di due attaccanti di altissimo livello. Ma il primo è abituato ad essere lanciato negli spazi, ad essere un terminale; l’altro è portato a collaborare – a fare da riferimento – per far salire la squadra. Si legge su La Gazzetta dello Sport.
Il rodaggio può anche essere invocato dalla Juve di Thiago Motta, che ha cambiato filosofia di gioco, calciatori e ha finito la sua campagna acquisti in extremis. Inevitabile che i giudizi – anche se qualcosa naturalmente si potrebbe già dire – siano rinviati di qualche tempo. Stesso discorso per il Milan, che addirittura ha aggiunto ai due radicali cambiamenti di base – allenatore e componenti del gruppo – una fase di studio, di conoscenza, che ha prodotto – diciamo così – qualche discussione interna.
Il discorso potrebbe andare avanti e coinvolgere Lazio e Roma, che più complessivamente hanno vissuto un 2024 piuttosto, anzi parecchio, travagliato. Con due dimissioni in casa biancoceleste – Sarri e Tudor – e due esoneri – Mourinho e De Rossi – in casa giallorossa. Tutti insomma hanno un motivo, più o meno buono, più o meno accettabile, per “giustificare” l’avvio di campionato così complicato.