“Napoli, ottimale giocare una sola gara a settimana. Turnover? I cinque cambi già fanno la differenza”
Eugenio Albarella, ex preparatore atletico – tra le altre – di Juventus e Napoli, ha parlato ai microfoni di 1 Football Club dei principali temi attorno al nostro calcio, con la nuova Champions League pronta ad entrare nel vivo.
Giocare una volta a settimana è meglio o peggio per i giocatori?
“Sta diventando un tormentone. Tutti si preoccupano… Se metodologicamente è meglio sicuramente avere a disposizione avere la famosa settimana tipo per poter lavorare bene sui particolari, dall’altro quando hai a che fare con una squadra di alto livello che ha sempre fatto competizioni ogni tre giorni, con atleti che sono abituati a preparare una gara nel breve tempo possibile, a livello nervoso può essere un handicap. Un allenatore come Conte ha dimostrato che sa gestire il tempo. Per un Napoli che sta cambiando pelle, è una situazione ottimale”.
Alla luce dei pareggi di Juve e Inter, ha inciso il pensiero della Champions?
“La Juventus ha bisogno di assestamento: sta cambiando filosofia, gli uomini sono diversi, quindi c’è l’euforia ma c’è anche un fisiologico ambientamento per i nuovi input. Potranno andare incontro a partite non proprio entusiasmanti. L’Inter, invece, se l’anno scorso l’obiettivo era chiaro e tutta la gestione della rosa era proiettata a guadagnare la seconda stella, quest’anno c’è il problema di mantenere lo status di squadra più forte, ma anche quello di guadagnare punti in Europa. Quando sento parlare, in queste primissime giornate, già una gestione di turnover, aborro…! Ci sono degli studi acclarati che, per avere il ritmo gara, bisogna disputare almeno sette otto gare. Nella nuova filosofia delle partite, il turnover lo fai già in partita, viste le cinque sostituzioni”.