Il Mattino oggi in edicola approfondisce il ventennio di Aurelio De Laurentiis alla guida del Napoli. Il numero uno azzurro ha raggiunto quasi ogni obiettivo prefissatosi, l’ultimo dei quali è stato l’ingaggio di Antonio Conte. Dopo l’ultima difficile annata, in pochi avrebbero scommesso sull’arrivo di un top manager, ma ora Conte è qui perché ha creduto in un progetto che il presidente ha studiato dopo aver riflettuto sugli errori commessi al momento degli addii, senza troppi di rimpianti, di Spalletti e Giuntoli nell’estate post-scudetto. «Questo Napoli lo puoi allenare anche tu», disse con un pizzico di convinzione ad un cronista durante le celebrazioni per il tricolore.
A distanza di un anno, il patron azzurro si è reso conto che non è così ed ecco perché è arrivato Conte, affiancato da un uomo altrettanto forte per gestire lo spogliatoio come Oriali e da un ambizioso ds come Manna. Al momento della cessione di Cavani al PSG, nell’estate 2013, De Laurentiis disse ai tifosi nel ritiro di Dimaro: «Sono io il vostro Cavani». Il presidente non sarà abile sugli aspetti tattici, ma dopo il Matador sono approdati all’ombra del Vesuvio Mertens, Higuain, Osimhen e ora Lukaku, che ha fatto sovvertire la politica aziendale del Napoli. Il belga è stato pagato 30 milioni perché fortemente voluto dal tecnico salentino, le cui scelte sono state sostenute dalla proprietà.