Il Mattino oggi in edicola analizza lo scacchiere tattico del Napoli, arricchito dagli ultimi colpi di mercato. Il focus è sul centrocampo: sin dall’inizio del ritiro, Conte sta lavorando al 3-4-2-1 e non ha in mente di cambiare a stretto giro. Durante la partita, è un’altra storia: col Parma si è affidato al 4-4-2. Tutto dipende dal dinamismo e il carisma di Anguissa e il genio puro di Lobotka ma il tecnico salentino ha materiale in abbondanza per trovare, nel caso, una nuova quadra in un reparto che ha sempre fatto le fortune del Napoli, per personalità e capacità organizzative.
Per questa ragione, l’arrivo di Gilmour e McTominay e il reintegro di Folorunsho mette fine all’epopea dello scudetto, con gli intoccabili moschettieri di Spalletti. Allargando il campo ad altre realtà, Lichtsteiner e Asamoah (esterni nel 3-5-2 varato dal primo Conte alla Juventus) hanno sempre firmato valanghe di gol. Resta da comprendere se gli attuali quinti del Napoli possono offrire le stesse soluzioni. L’idea di un 4-3-2-1 al momento non va presa in considerazione: ad imporlo sia ragioni di tempo – che non c’è – sia perché Conte vuol togliere dalla testa dei suoi l’idea della difesa a quattro, reduce dai 48 gol incassati nell’ultima disastrosa annata.