La Gazzetta fa l’identikit a David Neres: Assist, bunker e… Trucco

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La prima volta che David Neres è entrato in campo nel centro sportivo del San Paolo aveva 10 anni e una maglietta così lunga che gli arrivava fino alle ginocchia: “Sai fare il mediano?“, gli chiedono due ragazzi più grandi. Lui annuisce e per non essere scartato subito si piazza davanti alla difesa. Dopo un paio di allenamenti il ragazzo inizia a correre davanti, serve assist, segna. I compagni e l’allenatore capiscono, quel bambino è nato per fare gol.

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Nato in Brasile nel 1997, esordisce a 19 anni con la maglia del San Paolo. In Europa esplode con l’Ajax nel 2017. Dal 2022 era al Benfica.
Suo padre Miguel è sempre stato un grande tifoso del Tricolor. Ha scoperto che suo figlio avrebbe cominciato nelle giovanili del club nel 2007, un giorno prima del suo compleanno: “Mi disse che era il regalo più bello che avesse mai ricevuto”, racconterà poi il giocatore.
Eppure prima di trovare il ruolo giusto, il classe ’97 ha dovuto adattarsi: “Un anno eravamo senza difensori. Ho fatto il terzino sinistro, ma non avevo alcun senso della posizione. Restavo sempre davanti”. Così ha imparato a correre sulla fascia. Adesso è un esterno destro di rapidità e dribbling: nell’ultima stagione con la maglia del Benfica ha realizzato 5 reti e servito 8 assist in 24 partite di campionato. Rinforzerà il reparto offensivo del nuovo Napoli di Antonio Conte. Il club ha speso 28 milioni di euro più bonus per acquistarlo. Toccherà a lui dimostrare di essere da Serie A.
Il primo gol senza esultare
David Neres è sempre stato un ragazzo timido. Il calcio lo ha aiutato ad affrontare le paure. Ha segnato il suo primo gol alla seconda presenza ufficiale con la maglia del San Paolo: piatto a porta vuota contro il Ponte Preta, il pubblico sugli spalti del “Morumbi” che inizia a festeggiare, compagni di squadra e raccattapalle lo avvolgono di abbracci. Ma il giocatore resta immobile: “Non sapevo come esultare – racconterà – mi sentivo tremare dall’emozione”. Gli sono bastate 8 presenze e 3 reti in campionato per attirare l’attenzione dell’Ajax. Nel gennaio 2017 l’allora direttore sportivo del club Marc Overmars decise di investire 15 milioni di euro per il 19enne esterno brasiliano. Risultato? Promozione in prima squadra dopo appena cinque partite con la formazione Under 21. Con Bosz in panchina gioca e segna, ma con ten Hag diventa titolare inamovibile: 32 partite in Eredivisie, 14 reti e ben 13 assist. Non lo ferma nessuno. Nella stagione 2018/2019 fa gol in Champions sia agli ottavi di ritorno contro il Real Madrid che nell’andata dei quarti contro la Juventus di Cristiano Ronaldo. L’allenatore sposta Tadic al centro dellìattacco, ai suoi lati ci sono Ziyech e Neres. Quel gruppo arriva fino in semifinale eliminato dal Tottenham. Ma il brasiliano continuerà a fare la differenza.
Sotto le bombe in Ucraina
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Nell’estate del 2019 lo vogliono tutti. L’Ajax rifiuta 30 milioni di euro proposti dal Borussia Dortmund e un’offerta di 43 milioni arrivata dal Guangzhou Evergrande. Però a novembre il ginocchio di Neres si rompe e il giocatore è costretto a restare un anno fermo. A 22 anni, arrivato all’apice della sua carriera, deve restare lontano dal campo per 300 giorni. Al suo ritorno Antony è diventato una stella e pure Haller gli chiude lo spazio in attacco. Overmars vuole cederlo. Nel gennaio 2022 arriva l’occasione Shakhtar Donetsk: De Zerbi lo chiama in Ucraina e la società spende 12 milioni di euro. Purtroppo non riuscirà mai a giocare, l’invasione russa causerà lo stop del campionato. E Neres dovrà rifugiarsi nei bunker per sfuggire ai bombardamenti. Dall’estate del 2022 è ripartito con la maglia del Benfica.
La chiamata di Tite… senza risposta
In queste due stagioni in Portogallo ha collezionato 83 partite, segnato 17 gol e servito addirittura 26 passaggi vincenti: è una vera macchina da assist. Con il Benfica ha vinto il campionato al primo anno arricchendo la sua bacheca personale dopo le tre Eredivisie conquistate con l’Ajax. Con il Brasile ha giocato soltanto 9 gare nel 2019, ma ha rischiato di non indossare mai la maglia della nazionale verdeoro. Quando Tite lo ha telefonato per avvisarlo della convocazione, David Neres non ha risposto: “Non conoscevo il numero“, dirà. Dopo un messaggio su WhatsApp ha capito l’errore e ha richiamato. Il classe ’97 è così: spensierato, vivace, va compreso. In una delle prime interviste in Olanda si presentò con i capelli fucsia. Non ama i videogiochi, ma si diverte con le carte: il Trucco è il suo passatempo preferito. Una volta ha pure fatto infuriare tutti raccontando di come ha conquistato la sua compagna Kira: “Le ho mandato soltanto un messaggio su Instagram, d’altronde sono David Neres“. È diventato sicuro di sé dopo aver capito di essere un fenomeno in mezzo al campo. A 10 anni non aveva neppure la divisa della taglia giusta. Oggi dovrà riportare in alto il Napoli.

 

Fonte: Gazzetta

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