«Abbiate fiducia in questo Napoli. Certo l’affare Osimhen non depone bene, i moniti di Conte servono a strigliare squadra, società e tifosi, ma quanto fino ad oggi visto in ritiro fa ben sperare per un futuro ottimistico a condizione che la rosa sia al completo». Parola di Gianni Improta, centrocampista dal piede sopraffino, che la storia del Napoli la conosce bene. Bandiera, mentore, calciatore, opinionista.
Che Napoli è questo di Antonio Conte?
«Avendolo seguito da vicino a Castel di Sangro mi aspetto un Napoli che non farà più scherzi sulla tenuta atletica e che appena completato l’organico dirà la sua anche tatticamente».
Già, la sua. Cosa che al momento non è ancora in grado di dire.
«Conte sta allenando giocatori che fanno parte della rosa, altri che sono di proprietà del Napoli ma che non possono essere impiegati perché in partenza. Questo crea inevitabilmente un po’ di confusione e magari anche problemi di natura tecnica e tattica. Con il problema a Buongiorno Conte si ritrova inoltre con un organico un po’ ridotto».
Mettiamo le mani avanti?
«Assolutamente no. Anche con questa rosa il Napoli può andare a Verona a vincere la gara. Non dobbiamo fornire un alibi. È una squadra che ha una rosa all’altezza per competere al Bentegodi e vincere».
Fiducia in Conte, insomma.
«Assolutamente sì ma è anche giusto che lui abbia a disposizione una rosa definitiva. Giocatori ai quali possa insegnare il suo credo tattico e quello caratteriale. Aspettiamo ancora un po’. Sono convinto che le cose si rimetteranno al meglio».
Ieri Conte è andato giù duro: siamo all’anno zero, non si aspettava una situazione così, è tutto da ricostruire. Cosa ne pensa?
«Probabilmente nei colloqui che hanno preceduto la firma del contratto evidentemente gli è stato detto qualcosa che poi non si è tradotto in realtà. Ma queste sono situazioni che si verificano spesso durante il mercato. Specialmente in questo dove sono venuti a mancare i soldi della Premier League. La Premier soffre e deve mantenersi all’interno del fair play finanziario».
La questione Osimhen?
«Credo che tutto nasca da lì. Il presidente si aspettava di incassare i 130 milioni della clausola. Non arriveranno e chissà quanti ne arriveranno. Il mercato non decolla e Conte da questo sembra essere infastidito. Perché alla fine è l’ultimo anello della catena. La parola passa sempre a lui ed ai giocatori che devono scendere in campo».
Quanto conta una vittoria a Verona?
«Tantissimo perché rasserenerebbe un ambiente in fibrillazione. Porterebbe tranquillità. Ne sono convinto. Conte ha voluto strigliare e chiarire. Ha detto: ho trovato questa situazione, non demordo e sono più carico di prima. Ho solo voluto portare a conoscenza tutti: società, giocatori, tifosi, della situazione».
Lo scorso anno il rinnovo di Osimhen sembrava una “genialata”. Tutti contenti: società, giocatore, procuratore. Come è possibile che oggi si è rimasti imbrigliati da quell’accordo?
«De Laurentiis lo conosciamo come presidente molto abile. È strano che si sia fatto sfuggire una eventuale contromossa se non fosse arrivata la clausola dei 130 milioni. Una buccia di banana sulla quale è scivolato. Ma a parte questo episodio stanno lavorando tutti per completare l’organico azzurro. Appena fatto vedremo il vero Napoli. Se non si risolve la zavorra Osimhen, il club non riesce a immettere capitali freschi sul mercato».
De Laurentiis potrebbe arrivare a comprare Lukaku e risolvere solo successivamente la questione del nigeriano?
«Se ha questa forza lo faccia al più presto. De Laurentiis poi non si può permettere di pagare a vuoto il giocatore. Pagarlo senza schierarlo è una cosa campata in aria. Qui va usato il pugno di ferro, nel vero senso della parola».
Fonte: Il Mattino